CRONACA E ATTUALITÀESTERO

La crudele strage nazista di Babi Yar

La strage di Babi Yar, avvenuta nell’arco di due giorni nel settembre 1941, rappresenta uno degli atti di sterminio di massa più brutali e inquietanti dell’Olocausto. Situata a Kiev, in Ucraina, Babi Yar era una gola che divenne teatro di un orrore immenso quando quasi 34.000 uomini, donne e bambini ebrei furono radunati dalle Einsatzgruppen naziste (unità mobili di sterminio) e dai collaboratori locali.

Le vittime furono costrette a marciare fino al bordo della gola, dove furono obbligate a spogliarsi prima di essere fucilate. La strage fu condotta con efficienza glaciale: intere famiglie venivano uccise insieme e i corpi poi ammucchiati in fosse comuni. La scala delle uccisioni era così orribile che, persino secondo gli standard delle atrocità commesse durante l’Olocausto, Babi Yar si distingue come una delle più grandi singole stragi di ebrei da parte dei nazisti.

La strage di Babi Yar faceva parte della più ampia strategia nazista di eliminazione degli ebrei nell’Europa orientale, spesso con l’aiuto di collaboratori locali nell’esecuzione di tali atrocità. Sebbene la strage fosse principalmente rivolta agli ebrei, altri gruppi, tra cui rom, prigionieri di guerra sovietici e nazionalisti ucraini, sarebbero diventati vittime a Babi Yar nei mesi successivi.

La strage non rappresentò solo un momento di crudeltà indicibile, ma anche di profondo silenzio per molti anni. Per decenni dopo la guerra, il sito di Babi Yar fu in gran parte dimenticato o trascurato, con pochi memoriali a commemorare le vittime. La strage rimane un simbolo della disumanizzazione perpetrata durante l’Olocausto e della devastante perdita di vite umane nella campagna genocida dei nazisti.