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Crisi d’Impresa: l’Avvocato Terribile suggerisce come evitarla o superare le difficoltà con un corretto adeguamento societario.

Il panorama imprenditoriale nazionale, per la maggior parte rappresentato da micro e piccole e medie imprese, sta vivendo un periodo d’incertezza anche in conseguenza dell’aumento dei costi di produzione e della crisi finanziaria in atto In questo contesto anche condizionato dai recenti avvenimenti che hanno colpito tutte le nazioni, centinaia di migliaia di imprese hanno cessato la propria attività con conseguenze disastrose per la produzione, per il lavoro e per i consumi.


Ci illustra la situazione l’avvocato  Salvatore Terribile, il cui studio legale ha sede nel cuore di Roma nel quartiere Prati, esperto dell’argomento, occupandosi di Assistenza giudiziale e stragiudiziale in materia societaria, contrattualistica, gestione del contenzioso e recupero crediti per enti nazionali e internazionali nonchè in materia di crisi d’impresa, con particolare riguardo a procedure di liquidazione giudiziale (ex fallimento), concordato preventivo e ristrutturazione del debito e in materia di composizione della crisi da sovraindebitamento ai sensi della L. 3/2012, oggi incorporata nel Codice della Crisi d’impresa e dell’ insolvenza.

Avvocato Terribile, in questo contesto, come può resistere un’azienda in crisi?

“La maggior parte delle imprese rimaste nel mercato soffrono e resistono nella speranza di salvare la produttività aziendale ricorrendo alla richiesta di ulteriori finanziamenti e/o ricorrendo all’autofinanziamento anche mediante il rallentamento e/o evitando   il pagamento dei propri debiti soprattutto di natura fiscale”.

Proprio in questa situazione l’imprenditore, con l’aiuto dei propri professionisti, deve saper valutare l’adozione di strumenti utili a salvaguardare la propria azienda evitando così di giungere al fallimento, oggi chiamato liquidazione giudiziale.

“Nel nostro ordinamento – sottolinea l’Avvocato Terribile – sono stati aggiornati e introdotti nuovi strumenti utili non solo a far emergere tempestivamente la crisi, ma soprattutto necessari per gestire la crisi e superarla salvaguardando l’azienda. Detti strumenti sono di facile e immediato accesso soprattutto quelli di natura stragiudiziale”.

Avvocato Terribile, quali sono gli strumenti ed adempimenti a cui può assolvere l’imprenditore per evitare di incorrere in una crisi aziendale?

“Il dovere in capo agli imprenditori di istituire adeguati assetti societari previsto dall’art. 2086 del codice civile, introdotto nell’ambito della riforma dell’intera disciplina del codice della crisi di cui rappresenta il raccordo con il diritto societario, deve essere inteso non solo quale strumento necessario e indispensabile per la rilevazione anticipata della crisi, ma anche quale principio, quindi regola, a cui è necessario conformarsi nella gestione della propria impresa”.

Sicuramente quest’obbligo può rappresentare nel breve periodo un ulteriore peso da sopportare per le aziende, soprattutto di piccole dimensioni, mentre è uno strumento di più facile utilizzo per imprese più grandi e ben strutturate..

“L’obbligo per gli imprenditori di dotarsi di assetti organizzativi, ammnistrativi e contabili adeguati alla natura e alla dimensione delle imprese, ed in particolare l’aggravio dei costi che ne deriva, non è solo un dovere a cui conformarsi, ma, ancor meglio  un investimento teso a rafforzare e rendere più efficienti le relazioni e i rapporti con i soggetti che  svolgono funzioni di gestione e controllo”.

Adeguarsi alla normativa in realtà permette sotto questo aspetto, per l’impresa, la possibilità di aumentare la produzione e la competitività. Soprattutto le piccole e medie imprese potranno così aver accesso a tutte le forme di sostegno e ripresa ad oggi vigenti. Quali saranno gli assetti necessari per l’ impresa?

“Per ogni impresa bisogna valutare la natura e la dimensione, guardando all’assetto organizzativo, amministrativo e contabile.

L‘assetto organizzativo è adeguato se idoneo a perseguire gli obiettivi aziendali prefissati consentendo il rilevamento tempestivo dei segnali di crisi per valutare il cambiamento di strategia aziendale, salvo l’adozione di uno strumento per il superamento della crisi. L’assetto amministrativo è adeguato se consente all’organo amministrativo di prendere le decisioni attraverso l’adozione di processi di pianificazione, programmazione e controllo utili a verificare la sussistenza di equilibrio aziendale. L’assetto contabile è adeguato quando è possibile rilevare immediatamente i fatti di gestione nella contabilità e bilancio, oltre alla individuazione immediata di omissioni e/o errori che necessariamente daranno una non corretta rappresentazione della situazione. Detto obbligo è un’opportunità a cui il mancato adempimento comporta la responsabilità in cui potrebbe incorrere l’organo amministrativo in caso di mancate e/o errate scelte organizzative. L’imprenditore è esposto conseguentemente al risarcimento del danno”

Passando alla crisi d’impresa, il dovere dell’imprenditore di adoperarsi al fine di dotare la società di adeguati assetti organizzativi ha una duplice finalità: da un lato la rilevazione tempestiva della crisi e dall’altro lato l’intervento tempestivo per risolvere la stessa.

“Sotto il primo profilo, l’impresa deve essere dotata di assetti interni idonei a far emergere elementi che possono rappresentare indizi di una imminente crisi, così da permettere l’emersione anticipata della stessa. Sotto il secondo profilo, l’imprenditore, preso atto dell’emersione della possibile crisi, ha l’obbligo di accedere agli strumenti di regolazione della crisi al fine d’intraprendere un percorso di risanamento utile alla salvaguardia della continuità aziendale.

La composizione negoziale della crisi, procedura non giudiziale prevista dall’art. 12 del codice della crisi dell’impresa e dell’insolvenza, è finalizzata al perseguimento del risanamento aziendale tramite la conclusione di trattative con i creditori con il supporto di un esperto nominato dalla Camera di Commercio in cui l’impresa ha sede legale.

Quali aziende possono accedere alla procedura?

“Tutte le imprese iscritte al Registro delle Imprese, comprese le ditte individuali e le società agricole possono accedere alla procedura. Al fine di perseguire e sfruttare al meglio gli effetti della procedura, è necessario che l’impresa si trovi in uno squilibrio patrimoniale o economica finanziario che rendano probabile la crisi e l’insolvenza. Infatti, in caso di crisi o insolvenza non reversibili la composizione negoziata risulta inadeguata e rappresenta un ulteriore costo per l’imprenditore”.

Quali sono le iniziative necessarie durante la trattativa?

“Al fine sia di una proficua gestione delle trattative, sia per facilitare il buon esito delle stesse, nel corso della procedura è possibile paralizzare temporaneamente tutte le iniziative giudiziarie (azioni esecutive e cautelari) a danno dell’imprenditore. La sospensione degli effetti di dette iniziative giudiziarie dovrà essere disposta dal Tribunale competente. Finalità della procedura è concludere un accordo con i creditori per la salvaguardia della continuità aziendale. In caso di esito negativo delle trattive, l’imprenditore può accedere ad altre procedure finalizzate sia a favorire la continuità aziendale sia alla liquidazione del patrimonio”

L’auspicio è quindi che le aziende si strutturino ancor prima di dover affrontare una crisi rivolgendosi ai consulenti ed esperti del settore.

Lo studio dell’avvocato Terribile è a Roma in via Giovanni Nicotera 29 – 00195.

Per informazioni Tel. 06 3220420. E-mail: info@studioterribile.com