ITALIAMILANOSPORT

Zhang “costretto a stare in Cina”: la rivelazione involontaria di Moratti

Il presidente dell’Inter, dopo aver presenziato domenica al Gran Premio di Shanghai, è apparso in video messaggio alla squadra

Le grandi verità, spesso, vengono rivelate in modo involontario. E a far cadere la foglia di fico sui fantomatici impegni che tratterrebbero Steven Zhang in Cina addirittura dall’estate, ha provveduto senza volere Massimo Moratti. Anzi, il petroliere lo ha fatto con l’intento di elogiare l’attuale presidente dopo la notizia dell’imminente accordo con Pimco, fondamentale per far sì che Suning riesca a tenersi l’Inter: «Come accolgo questa notizia? Bene, perché non sai mai il nuovo come sia e Zhang mi sembra che abbia portato a casa un mucchio di ottimi risultati – le sue parole a Radio 24 – le presidenze si misurano dalle vittorie e lui mi sembra sia stato corretto nel lasciare a lavorare i suoi. Poi che sia costretto a stare in Cina, e non possa venire in Italia, non è colpa sua, insomma, ecco».

Quindi, a differenza di quanto raccontato in questi mesi dall’Inter, Zhang non rimarrebbe a Nanchino perché impegnato nel risanamento di Suning (tesi comunque abbastanza complicata da rendere credibile, alla luce del fatto che nella scorsa stagione il presidente era rimasto stabilmente a Milano), ma perché costretto a stare in Cina. Potrebbe esserci un legame con la condanna del tribunale di Hong Kong a risarcire China Construction Bank e altri creditori di 320 milioni (sentenza diventata operativa pure a Milano, tanto che l’Inter potrebbe essere obbligata a dare uno stipendio al presidente perché venga pignorato). In tal senso, la chiosa fatta da Moratti («non è colpa sua») potrebbe spiegarsi con quanto sostenuto dai legali di Zhang che avevano denunciato «macroscopiche anomalie», contestando la «logicità e conformità a diritto», della sentenza. Fatto sta che l’Inter, per la prima volta nella sua storia, festeggerà uno scudetto avendo il suo presidente a oltre novemila chilometri di distanza da Milano.