CRONACA E ATTUALITÀ

Brandizzo: “Nell’ultima telefonata l’incidente in diretta”

Ormai il quadro si sta delineando: nessuno aveva autorizzato l’avvio dei lavori al binario 1 della stazione di Brandizzo, nel Torinese, dove nella notte tra mercoledì e giovedì un treno in transito ha travolto e ucciso cinque operai. Secondo quanto riporta Repubblica, sarebbero state due le conversazioni in cui si comunicava di “non procedere con i lavori”. E poi la terza telefonata in cui, in diretta, si ode lo schianto con i rumori che ricordano quelli di una bomba.

Al centro delle indagini le ultime comunicazioni con la presunta mancanza del via libera all’inizio dei lavori sul binario dove un treno regionale ha travolto e ucciso i 5 operai Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin Laganà.

Idue indagati per l’incidente sul lavoro costato la vita ai cinque operai travolti dal treno a Brandizzo nella notte tra il 30 e il 31 agosto saranno interrogati nei prossimi giorni: Antonio Massa, 46enne di Grugliasco, aveva il compito di fare da scorta al cantiere degli operai coordinandosi con le Ferrovie affinché gli operai lavorassero in sicurezza; Andrea Girardin Gibin, 52enne di Borgo Vercelli, era il caposquadra della Sigifer, la ditta di Borgo Vercelli in cui lavoravano le vittime. Al centro delle indagini le ultime comunicazioni con la presunta mancanza del via libera all’inizio dei lavori sul binario. Sono agli atti diverse telefonate tra Massa e la dirigente movimento di Chivasso che certificherebbero l’assenza del nullaosta per l’avvio del cantiere.

Antonio Massa, dipendente di Rfi indagato per il disastro ferroviario di Brandizzo a cui è scampato

Di certo la notte di giovedì 31 agosto 2023 furono commessi diversi errori: l’intervento di manutenzione sui binari era ovviamente programmato ma non sarebbe stato autorizzato dalla sala tecnica di Rfi come dimostrerebbero le registrazioni delle conversazioni telefoniche avvenute tra i dipendenti di ferrovie. Il filmato della telecamera di sicurezza posta sul primo binario mostra l’arrivo della squadra di operai alle 23. E Massa – secondo le indiscrezioni – avrebbe autorizzato verbalmente il “via” alle operazioni senza avere ottenuto alcun via libera dalla sala di controllo della stazione di Chivasso. Anzi, da Rfi sarebbe stato invece comunicato che sarebbe dovuto passare un treno, in ritardo sulla tabella di marcia. Erano le 23:26 ma gli operai avrebbero iniziato ugualmente a lavorare sui binari come si evincerebbe dai rumori che fanno da sottofondo a una seconda telefonata che avviene alle 23:30. Anche il caposquadra segue l’indicazione nonostante la mancanza di un “nulla osta” scritto, come invece prevede la procedura. Anzi da Chivasso viene detto agli operai di decidere una fascia oraria per l’intervento di sostituzione dei binari spiegando solo che all’1:30 sarebbe passato un altro treno: “Scegliete voi quale preferite”. A Massa tuttavia l’addetta alla sala controllo di Chivasso nega per la seconda volta il via libera spiegando che occorre aspettare dopo la mezzanotte. Ma gli operai restano sul binario.

il treno passeggeri vuoto che ha travolto gli operai a Brandizzo

Massa sarebbe stato confuso dal passaggio di un altro treno regionale, transitato sempre in ritardo. Pensava forse che i binari sarebbero stati liberi ma il convoglio fatale – che era previsto prima delle 23:30 – era in ritardo di 20-25 minuti. Credendo che non si sarebbero stati più rischi Massa dà al capocantiere il permesso di cominciare i lavori. In una terza telefonata la strage si sente in diretta: per ricomporre i corpi di Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin Laganà i soccorritori devono percorrere quasi due chilometri sui binari. Per i funerali ci vorrà tempo e i familiari degli operai sono stati dissuasi dalla richiesta di vedere i resti dei loro corpi per evitare loro una scena troppo straziante.

Il ministro del lavoro Calderone ha promesso di accertare fatti e responsabilità per evitare che simili tragedie possano ripetersi: sullo sfondo l’interrogativo che i lavori vengano eseguiti per “abitudine, consuetudine o richieste” senza i necessari nulla osta.

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