ITALIANATURA TECNOLOGIA & SCIENZA

Produce energia per 100mila altoatesini ed è interamente sotto terra: ecco la centrale idroelettrica di Sant’Antonio un’opera unica in Italia

La struttura è stata inaugurata oggi ed è in grado di produrre l’equivalente del consumo annuale di circa 100mila famiglia. L’acqua viene prelevata al Talvera in Val Sarentino e restituita al torrente a Bolzano.

La struttura ha una capacità di 90 megawatt e produce 300 gigawattora di energia pulita l’anno pari al consumo annuale di circa 100mila famiglie altoatesine. L’opera è stata realizzata dal 2016 al 2019 con quello che è stato definito ”un progetto esemplare per l’innovazione tecnica e l’utilizzo sostenibile ed ecologico delle fonti energetiche rinnovabili in tutta Europa”.Ed oggi è stata inaugurata ufficialmente concluso il piano di miusre ambientali per il triennio successivo al 2019. La centrale idroelettrica di Sant’Antonio, è unica nel suo genere in Europa in quanto completamente interrata. L’acqua utilizzata viene prelevata dal torrente Talvera nei pressi di Bad Schörgau in Val Sarentino e restituita al torrente a Bolzano.

”Probabilmente – spiega Studio G, che si è occupato di sicurezza, controllo di qualità e tecnologia, sulla pagina dedicata all’opera – per la prima volta è stato costruito un grande serbatoio sotterraneo in galleria con 95.000 metri cubi come bacino di compensazione per ridurre l’effetto di hydropeaking del ricettore, la Talvera, e quindi migliorare significativamente la qualità dell’ecologia acquatica e la sicurezza del corso fluviale per gli usi ricreativi”. La nuova centrale idroelettrica S. Antonio è stata completamente riammodernata dalla Eisackwerk Srl, che ancora oggi la gestisce.

I proprietari, spiega l’Ansa, Hellmuth Frasnelli, imprenditore edile di Laives, e Karl Pichler, commercialista di Nova Ponente, hanno rievocato i loro esordi come imprenditori nel settore energetico: circa 20 anni fa decisero di partecipare alla gara d’appalto per le grandi derivazioni d’acqua, indette per la prima volta nella storia. Parteciparono alle gare per le concessioni trentennali della centrale di Rio Pusteria nel 2011 e della centrale S. Antonio nel 2015, vincendole entrambe. Per la centrale bolzanina, però, si rese subito necessario riprogettare e infine ricostruire l’impianto. È stato il direttore tecnico Paolo Pinamonti, a spiegare le sfide che la Eisackwerk ha dovuto affrontare e superare.

La centrale idroelettrica é la quinta più grande dell’Alto Adige. Tra l’acquisizione della concessione della vecchia centrale e la messa in funzione del nuovo impianto, il 6 maggio 2019, sono trascorsi quattro anni tra progettazione, costruzione, equipaggiamento e allacciamento. L’energia prodotta è immessa nella rete Terna e venduta nella borsa elettrica. Alla cerimonia hanno partecipato oltre 350 invitati, presenti le autorità locali e nazionali. Nel pomeriggio la struttura sotterranea è stata resa accessibile alla popolazione nell’ambito di una giornata di porte aperte.

La Giunta provinciale, nel 2019, aveva dato il via libera al piano di misure ambientali per il triennio 2019-2021 prevedendo un importo complessivo di 6 milioni di euro. Il piano è stato elaborato dalla Consulta del comitato di centrale, del quale fanno parte i comuni di Sarentino, San Genesio, Renon e Bolzano, la Provincia di Bolzano e la società Eisackwerk, concessionaria della rinnovata centrale (scadenza della concessione 2045) entrata in funzione lo scorso marzo. Come noto, il concessionario deve mettere a disposizioni il 15% dei ricavi annui derivanti dalla vendita di energia prodotta dall’impianto di Sant’Antonio