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Polmonite nei bimbi, boom casi negli Usa e ricoveri in Francia. Oms: «Infezioni dovute a diversi patogeni». È contagiosa?

Polmonite nei bambini, dopo la Cina è boom casi negli Stati Uniti. La contea di Warren, nell’Ohio, sta infatti registrando un aumento significativo dei casi di polmonite pediatrica, superando la soglia dei contagi che definisce il concetto di “epidemia”. Il distretto sanitario della contea di Warren ha rilasciato giovedì una dichiarazione in cui vengono registrati 145 casi di polmonite tra di età compresa tra 3 e 14 anni. Nonstante le autorità sanitari non abbiano individuato un collegamento diretto con il picco dei contagi in Cina, la situazione in alcuni Stati preoccupa gli esperti. Cosa sappiamo di queste infezioni? Quali sono le cause? Si tratta di una malattia contagiosa?

I patogeni«Stiamo monitorando la situazione in Cina e, ancora una volta, abbiamo riscontrato un aumento complessivo delle infezioni respiratorie acute dovuto a una serie di diversi agenti patogeni, inclusa l’influenza, che è in aumento. La polmonite da Mycoplasma è aumentata negli ultimi due mesi e ora sembra essere leggermente in declino». Lo ha dichiarato Maria Van Kerkhove, responsabile tecnica per la pandemia di Covid dell’Oms. «Stiamo collaborando con le nostre reti cliniche e con i medici che lavorano in Cina per comprendere meglio la resistenza agli antibiotici, che è un problema in tutto il mondo»

Francia, i ricoveriLa Direzione generale della Sanità francese (Dgs) ha confermato oggi l’esistenza in Francia di «casi di polmonite da batterio Mycoplasma pneumoniae negli adulti e nei bambini in Francia che rendono necessario il ricovero» in ospedale. In una circolare ai medici, la Dgs ha parlato di «recrudescenza insolita» di casi di questa infezione respiratoria (inizialmente registrati in Cina), alcuni dei quali rendono necessario il ricovero «di adulti e bambini». Il Mycoplasma pneumoniae è un cosiddetto «batterio atipico ed è già sotto sorveglianza dopo l’allarme dell’associazione Sos Médecins su un aumento delle infezioni polmonari nei bambini a fine novembre, in particolare nella fascia di età da 6a a 15 anni. Secondo la Dgs, il Mycoplasma pneumoniae è responsabile di polmoniti, molto frequenti fra bambini sopra i 4 anni e giovani adulti, che sono in grandissima maggioranza benigne e guariscono spontaneamente. Viene precisato che »il contagio avviene per via aerea o attraverso goccioline di saliva e l’incubazione è fra 1 e 3 settimane».

La situazione in Italia«Ho sentito il direttore della prevenzione, Francesco Vaia, che sostanzialmente rassicura che non esistono problemi legati alle polmoniti in Cina». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato a margine della conferenza stampa sul riparto del Fondo sanitario nazionale per l’anno 2023. «Ho consultato anche i dati circa l’occupazione delle terapie intensive e oscillano tra l’1,4 e l’1,6 per cento – ha aggiunto -. Proprio quello delle terapie intensive è il dato che e si valuta per capire se c’è un impatto sulla popolazione e questo impatto non c’è. Le parole di Vaia insieme ai dati che ci raccontano di un’occupazione delle terapie intensive, poco sopra l’uno per cento, ci fanno essere cautamente ottimisti che la situazione è sotto controllo», ha concluso.

Mycoplasma, cosa èIl Mycoplasma pneumoniae è un batterio responsabile di patologie che interessano soprattutto l’apparato respiratorio. Le manifestazioni che derivano dall’esposizione a questo patogeno sono di entità variabile e vanno dalle lievi infezioni delle vie aeree superiori (raffreddore, faringite ecc.) fino alle forme più severe di polmonite. Il Mycoplasma pneumoniae assume rilevanza clinica soprattutto per essere il principale responsabile della polmonite atipica primaria. Questa malattia colpisce prevalentemente i bambini ed i giovani adulti, in una fascia d’età compresa tra i 5 ed i 35 anni. La polmonite atipica primaria è spesso asintomatica, ma, quando le difese immunitarie sono ridotte, l’infezione può condurre a complicanze ematologiche e neurologiche

I sintomiI sintomi più frequenti, secondo le descrizioni degli infettivologi su ProMed, sono tosse, letargia e in misura minore febbre: tutti compatibili con gli agenti infettivi citati dalle autorità cinesi. Per il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento, «l’ipotesi più naturale è che, dopo che in Cina sono state tolte le misure anti-Covid, dopo tre anni di relativo isolamento l’esposizione a tutti i patogeni respiratori abbia trovato il sistema immunitario impreparato. Vale a dire – osserva – che per tutto quel tempo il sistema immunitario non ha avuto le istruzioni di memoria tipiche di quando, ogni anno, si viene esposti ai patogeni responsabili di malattie respiratorie».