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Giancarlo Siani, studenti applaudono alla sua morte in “Fortapàsc”. Il fratello Paolo: «Chi lo ha fatto sta dalla parte della camorra»

Pistole spianate e il sorriso beffardo di chi ha capito che tutto il suo lavoro era d’intralcio a qualcuno, tanto da doverlo uccidere. La scena struggente in “Fortapàsc“, in cui viene ricostruito il momento dell’omicidio da parte della camorra del giornalista del Mattino Giancarlo Siani, dovrebbe creare un senso di consapevolezza e invece ha fatto scattare gli applausi. È successo in una scuola del Vomero, nel “quartiere bene” di Napoli, come viene da molti definito. 

Il fratello Giancarlo: «Noi non ci arrendiamo»

«Alla morte non si applaude, mai, per nessuno», ha scritto sui social il fratello di Giancarlo, Paolo. «Questo dovrebbe far parte dell’animo umano. Davanti alla morte si resta in silenzio, questo non va neppure spiegato. Ma se invece accade, se alcuni ragazzi, pochi, molto giovani, di una scuola che si sta impegnando per far crescere in loro il senso della legalità e della giustizia, applaudono alla morte violenta e quindi scelgono di stare dalla parte di chi spara, c’è bisogno che noi tutti, ci si interroghi sul perché. Adesso, subito, prima che sia troppo tardi», si legge nel post. «Non possiamo far finta di nulla – ha continuato – dobbiamo intervenire, spiegare, raccontare, e lo dobbiamo fare con più forza, più veemenza, più coraggio, più passione, tutti. Perché ci riguarda tutti. La sensibilizzazione contro le mafie e la violenza non è mai abbastanza, non possiamo arrenderci, neanche per un attimo. Io non mi arrendo. Noi non ci arrendiamo».

Oggi 22 aprile, a Castellammare di Stabia, Paolo Siani è tornato a parlarne durante la cerimonia di inaugurazione della intitolazione della sala stampa del Comune al fratello. «Torneremo in quella scuola», ha detto. C’è ancora bisogno di sensibilizzare, di raccontare, di far conoscere. E di mostrare il lavoro del fratello Giancarlo, che per quel lavoro ci è morto. «Credo sia il modo migliore di affrontare la cosa», le parole di Siani riprese dal Corriere della Sera.

Le parole di Valditara

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che sui social ha scritto: «La scuola è e deve essere il primo presidio di legalità, è e deve essere una comunità, per definizione, antitetica a qualsiasi mentalità che rievochi quella mafiosa o addirittura plauda ad essa. Per questo la gravità del gesto di applaudire all’efferato assassinio camorristico del giornalista Giancarlo Siani, come è avvenuto a Napoli durante la proiezione del film “Fortapàsc” da parte di alcuni studenti, mi sconcerta e mi preoccupa. Oggi stesso intendo quindi agire per fare piena luce sull’accaduto».