CRISI UCRAINAESTEROITALIA

Eni apre conto del gas in rubli?

Secondo quanto affermato da Russia Today, ribadito anche da Il Fatto Quotidiano, l’Eni avrebbe aperto un conto in rubli per provvedere al pagamento. In precedenza l’amministratore delegato della società energetica italiana Claudio Descalzi aveva dichiarato che l’Eni non avrebbe mai pagato il gas in rubli perché non conforme agli accordi stabiliti alla stipula dei contratti.

Anche secondo Blumberg l’Eni avrebbe aperto il suo conto in rubli ma starebbe aspettando ad usarlo solo all’ultimo minuto, solo in caso fosse l’ultima risorsa possibile.

Insomma sembrerebbe che anche l’Italia, al netto dei proclami propagandistici del nostro governo e del Ministro degli Esteri che viaggia in mezzo mondo per cercare di rimpiazzare il gas russo, si stia adeguando alle richieste di Gazprom. Come la prenderanno oltre oceano? Ce lo permetteranno?

A quanto pare, il regime di Draghi e gli altri suoi omologhi europei stanno tutti cedendo alle richieste del Cremlino. Nel caso dell’Italia le pressioni di Confindustria devono essere state fortissime dal momento che persino le élite economiche del Paese iniziano a prendere le distanze dalla politica suicida di palazzo Chigi. L’UE voleva lanciare una guerra economica al Paese che ha nelle mani l’intero approvvigionamento energetico del continente. Ovviamente, la guerra era già persa prima ancora che questa avesse avuto inizio.

Un’ultima cosa, ma non meno importante. Il pagamento del gas in rubli farà salire verso l’alto il valore della moneta russa. Tutti saranno costretti a comprare rubli sul mercato oppure dalla banca centrale russa. Il rublo si apprezzerà consistentemente. I processi di de-dollarizzazione de-eurizzazione saranno ancora più rapidi. Putin ha costretto i suoi nemici ad aiutarlo a raggiungere i suoi scopi.

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