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Armi nucleari, lo studio di Nature: una guerra Usa-Russia causerebbe 5 miliardi di morti.

Uno scenario apocalittico è quello prospettato da una ricerca internazionale della Rutgers University di New Brunswick, dove si immagina cosa potrebbe succedere alle riserve di cibo in caso di conflitto regionale oppure tra superpotenze. “Le conseguenze sarebbero una grave minaccia per la sicurezza alimentare”, hanno dichiarato i ricercatori. L’unico Paese che sarebbe al sicuro sembra essere l’Australia

Drastica riduzione dei raccolti, fame e morti. È questo lo scenario prospettato dalla ricerca internazionale coordinata dalla Rutgers University di New Brunswick e pubblicata sulla rivista Nature Food, dove si immagina che ipotetiche guerre nucleari di vasta scala, come quella tra Stati Uniti e Russia, possa portare fino a 5 miliardi di decessi.

“Eventi straordinari come grandi eruzioni vulcaniche o guerre nucleari potrebbero causare improvvise perturbazioni climatiche globali e influire sulla sicurezza alimentare”, hanno scritto i ricercatori, che hanno stimato la quantità di fumi che si solleverebbe dal suolo a causa delle esplosioni nucleari e come questi potrebbero influire sia sul clima che sui raccolti.

Gli scienziati hanno perciò analizzato sei scenari di guerra, ognuno dei quali immetterebbe diverse quantità di fuliggine nell’atmosfera e abbasserebbe le temperature superficiali tra gli 1 e i 16 °C. Gli effetti potrebbero persistere per un decennio o anche di più.

Una detonazione nucleare causerebbe enormi incendi e sprigionerebbe milioni di tonnellate di fuliggine, contribuendo ad alterare anche la chimica degli oceani, la cui temperatura scenderebbe in maniera irreversibile decimando le barriere coralline.

Un esempio sarebbe un conflitto regionale India-Pakistan, che potrebbe rilasciare nell’atmosfera tra i 5 e i 47 milioni di tonnellate di fuliggine, a seconda delle testate dispiegate e delle città distrutte, causando la morte di un quantitativo di persone tra i 255 milioni e i 926 milioni. Le scorte di cibo di oltre un miliardo di persone sarebbero devastate.

Scenario ben diverso sarebbe un conflitto su vasta scala tra gli Stati Uniti, e i suoi alleati, e la Russia: un simile scenario arriverebbe a produrre fino a 150 milioni di tonnellate di fuliggine e un inverno nucleare su scala globale. Uno scenario che porterebbe alla morte di oltre 5 miliardi di persone.

L’analisi dei ricercatori si è anche concentrata sulle perdite della produzione calorica in ciascuno scenario: in caso di un conflitto limitato India-Pakistan andrebbe in fumo il 7% del cibo nei primi 5 anni di guerra. Uno scenario che arriverebbe fino al 50% delle scorte, in caso di rilascio di 47 milioni di fuliggine, e fino al 90% in caso di conflitto tra superpotenze.

“In conclusione, la luce ridotta, il raffreddamento globale e le probabili restrizioni commerciali dopo le guerre nucleari sarebbero una catastrofe globale per la sicurezza alimentare. Una guerra nucleare non può perciò essere vinta e non deve mai essere combattuta”, hanno dichiarato i ricercatori.

Nelle diverse simulazioni c’è però un Paese che si salva da ogni possibile scenario: è l’Australia. Isolata dal commercio sulla scia di una guerra nucleare, il Paese farebbe affidamento principalmente sul grano per nutrirsi, che crescerebbe relativamente bene visto il clima più fresco portato dalla fuliggine atmosferica.

Tra i Paesi più colpiti dalla carestia ci sarebbe il Regno Unito, a causa della sua latitudine medio-alta, che lo vedrebbe sensibilmente più esposto rispetto a Paesi come l’India ma anche la Francia

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