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Ai rigori Petkovic sbaglia, Carvajal no: Croazia k.o., la Spagna vince la Nations League

La Roja supera la Croazia dal dischetto dopo 120′ di battaglia e si aggiudica la terza edizione, succedendo a Portogallo e Francia

C’è chi ha già lasciato un segno tangibile negli ultimi quindici anni, quando era all’apice del talento, e chi avrebbe meritato di essere ricordato con un trofeo per quanto fatto di recente. Il calcio però spesso non è equo e non lo è nemmeno stavolta. Dopo due Europei e i Mondiali del 2010, la Spagna mette in bacheca anche la terza edizione della Nations League. Un’ottima Croazia, che non demerita, cede soltanto ai rigori: fatale l’errore di Petkovic, che con le sue prodezze (un gol e un rigore procurato) aveva trascinato la nazionale di Dalic in finale contro l’Olanda, mentre è di Carvajal la conclusione, con tanto di cucchiaio, che vale la coppa. Resta l’amarezza, nel vedere la generazione dorata dei croati arrivare ancora una volta a un passo dal traguardo e poi crollare. Era successo ai Mondiali di Russia, dove aveva perso in finale, e a quelli scorsi, dove ha chiuso sul gradino più basso del podio. Un cammino sempre onorevole, ma a festeggiare è sempre qualcun altro.LA PARTITA— Entrambi gli allenatori confermano in linea di massima il piano partita delle semifinali. La Spagna cambia due uomini rispetto al successo sull’Italia, con Fabian Ruiz al posto di Merino e Asensio per Rodrigo; una sola novità per la Croazia, che schiera Erlic per Vida, confermando Perisic da esterno basso. Partono dalla panchina gli uomini della provvidenza del turno precedente, Joselu e Petkovic. Anche l’interpretazione resta sostanzialmente la stessa: la nazionale di De La Fuente alza subito la pressione sulla prima costruzione avversaria e non è un caso che le prime occasioni arrivino da due errori della difesa croata. Al 9’ Livakovic è approssimativo in presa sul traversone di Ruiz, la palla carambola sul palo poi Morata interviene ma è in fuorigioco. Poco dopo Erlic non è attento sul passaggio del proprio portiere, Gavi raccoglie al limite incrociando troppo il destro che termina di un soffio a lato (12’). La formazione di Dalic guadagna spazio col passare dei minuti, sfruttando la densità del centrocampo con Modric che si sposta puntualmente sul lato dove si sviluppa l’azione. Tuttavia, i pericoli maggiori si originano per vie aeree. Laporte si distingue in un ottimo recupero su Kramaric, lanciato direttamente dalla difesa. Dopo la mezzora invece è Perisic, in costante proiezione offensiva, a chiamare in causa Simon con un paio di colpi di testa: il primo viene bloccato in due tempi, il secondo è meno insidioso.

LA RIPRESA— Nessuna novità al rientro dagli spogliatoi, anche per ciò che si vede in campo. Un vivace Perisic sfonda a sinistra e crossa sul secondo palo, Juranovic controlla ma da buona posizione chiude troppo la conclusione e non inquadra la porta (51’). La risposta spagnola arriva con lo stacco di Asensio e il bolide di Rodri dalla distanza, entrambi fuori bersaglio. Passata l’ora di gioco, Dalic e De La Fuente hanno la stessa idea: da un lato entra Petkovic con la Croazia che passa a due centravanti di ruolo, dall’altro Morata e Pino lasciano il posto a Joselu e Ansu Fati mantenendo il tridente. Al 75’ Livakovic esce coraggiosamente per anticipare l’esterno del Barcellona, Ruiz prova a sorprenderlo con un pallonetto che non passa lontano dall’incrocio dei pali. All’84’ la Spagna ha la palla che potrebbe valere la Nations League: Merino pesca Fati in area, il suo tiro da distanza ravvicinata è destinato all’angolino ma un onnipresente Perisic è lì ad aspettarlo sulla linea e allontana la minaccia. La parità regge e diventano necessari i supplementari. Le squadre sono notevolmente stanche, la Spagna però può fare affidamento sulla qualità piuttosto alta anche dei subentrati. L’unica situazione degna di menzione è la girata di Dani Olmo al 108’, deviata in modo provvidenziale da Sutalo al centro dell’area.I RIGORI— Alla Croazia l’onere di iniziare la serie. Vlasic non sbaglia, Joselu è perfetto. Impeccabili anche le trasformazioni di Brozovic, Rodri, Modric e Merino. Dopo sei rigori ineccepibili, arriva l’errore di Majer: un tiro centrale e a mezz’altezza, che Simon riesce a respingere con i piedi. Asensio porta avanti la Spagna, Perisic mantiene viva la speranza ed è una realizzazione fondamentale, perché Laporte spedisce il match point contro la traversa. Simon però è in giornata di grazia, para anche la conclusione di Petkovic e Carvajal regala il trofeo ai suoi con il cucchiaio.