COVID NEWSESTERO

Una ricerca sul danno da Covid ai polmoni

Il Covid 19 può causare danni ai polmoni che persistono oltre un anno. Lo conferma una ricerca della Medical University of Innsbruck pubblicata su Radiology.

Lo studio ha analizzato le condizioni polmonari di 91 persone tramite la Tac al torace, con un’età media di 59 anni, che sono state esaminate in diversi momenti dell’anno successivo dell’infezione da coronavirus.

Dopo un anno dall’infezione il 54% ha ancora anomalie polmonari 

I ricercatori hanno rilevato che un anno dopo la malattia, il 54% dei partecipanti mostrava ancora anomalie ai polmoni rilevabili dalla Tac. Non solo nei casi di forme gravi della malattia: il 4% dei pazienti testati aveva ricevuto solo un trattamento ambulatoriale, il 51% era stato ricoverato in un reparto ospedaliero generale, il 45% aveva avuto bisogno della terapia intensiva.

Più a rischio gli uomini over 60 

L’età superiore a 60 anni, la gravità del Covid-19 e il sesso maschile erano associati alla persistenza delle anomalie a un anno. Tuttavia «Le anomalie della Tac toracica osservate dal nostro studio sono indicative di tessuto polmonare danneggiato», spiega Anna Luger, coautore dello studio. «Tuttavia, al momento non possiamo dire se siano cicatrici persistenti, se regrediscano nel tempo o se portino a fibrosi polmonare». In particolare, nel corso dello studio è emerso che per una buona quota di pazienti le anomalie apparivano diminuite già nei follow-up iniziali, tuttavia nel 63% dei casi le anomalie non hanno mostrato ulteriori miglioramenti a distanza di 6 mesi.

Anomalie polmonari da tenere sotto controllo: 

Secondo il coautore Leonhard Gruber, «le prove dell’epidemia di SarsCoV1 del 2002-2004 mostrano che le anomalie polmonari possono rimanere rilevabili anche dopo decenni, ma senza alcuna progressione. Studi recenti, tuttavia, hanno mostrato un rischio

di progressione di anomalie polmonari come quelle raffigurate sulle Tac».

Per il coordinatore dello studio, Gerlig Widmann, «sarà necessario un follow-up a lungo termine, sia clinico che radiologico, per raccogliere maggiori informazioni sul decorso

delle anomalie persistenti correlate a SarsCoV2»

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