CRISI UCRAINAITALIA

Ucraina, Sala: Gergiev condanni o stop collaborazione con Scala

Il sindaco di Milano: di fronte queste situazioni bisogna intervenire

Una presa di distanze dall’attacco armato da parte della Russia all’Ucraina è quello che la Scala ha chiesto oggi di prendere a Valery Gergiev, direttore d’orchestra russo, conosciuto anche come lo zar per il suo appoggio a Vladimir Putin.

Alla Scala Gergiev ieri era sul podio del Piermarini per il debutto della nuova produzione di La dama di picche di Cajkovskij.

Qualche flebile contestazione e un grido ‘vattene’ per lui prima dell’inizio per il maestro che da lì in avanti è stato applauditissimo. Già nei giorni scorsi la Cisl aveva chiesto al sovrintendente Dominique Meyer di domandare una dichiarazione ufficiale a Gergiev. Oggi è stato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che è presidente del teatro, a rompere gli indugi. “Con il sovrintendente del teatro gli stiamo chiedendo di prendere una posizione precisa contro questa invasione e se non lo facesse saremmo costretti a rinunciare alla collaborazione” ha detto. Al maestro è stato inviato un messaggio in cui gli si chiede di fare una dichiarazione in cui auspica in una soluzione pacifica. Se non lo farà, non sarà lui a dirigere le prossime rappresentazioni della Dama, quattro repliche in programma dal 5 al 13 marzo. E il teatro dovrà trovare un sostituto o cancellare la produzione. C’è comunque tempo. Gergiev ha infatti in programma ora una tournée con i Wiener Philharmoniker negli Stati Uniti: tre concerti dal 25 al 27 alla Carnagie Hall di New York e due a Naples in Florida. L’orchestra è partita oggi mentre a Manhattan si stanno organizzando le proteste per la presenza del direttore russo. “Non commenteremo questioni politiche relative ai nostri direttori o solisti – ha detto ieri il direttore dei Philharmoniker Daniel Froschauer -. Per noi, la musica ha sempre qualcosa che ci collega e non ci separa”. Ad aver preso le distanze da quanto accade in Ucraina è stato un altro direttore russo, Semyon Bychkov, direttore musicale della Filarmonica di Praga: “Non possiamo restare in silenzio guardando la storia che si ripete come nel 1956, 1968 e oltre. I portatori di morte e distruzione devono essere considerati responsabili e respinti”.

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