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Nel Lazio 5mila euro per i nuovi nati: escluso chi vive nei campi rom e nelle occupazioni

“Maternità fragile”: questo il nome del bando emesso dalla Regione Lazio e volto a sostenere 318 donne che partoriranno nel 2024. Un bando che, secondo l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Roma Michela Cicculli, è fortemente discriminatorio: “Le esigenze delle fasce più fragili devono essere l’unica priorità”.

Un voucher fino a 5mila euro per le donne che partoriranno nel 2024. Questo il bando voluto dall’assessora alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia della Regione Lazio Simona Baldassarre per il “sostegno alla maternità”. Un contributo una tantum che andrà a 318 donne in totale (ma nel Lazio le nascite viaggiano tra le 35mila e le 37mila all’anno), che soddisfino però alcuni requisiti. Tra questi, il non avere un reddito ISEE superiore a 30mila euro l’anno, essere cittadine italiane, dei Paesi dell’UE o in possesso di regolare permesso di soggiorno. Nel caso si abbiano figli minori questi devono essere in regola con l’obbligo della frequenza scolastica, e si deve abitare da almeno cinque anni in un immobile con titolo giuridico regolarmente registrato.

L’assessora Baldassarre ha spiegato che “i criteri adottati dall’avviso riflettono un impegno verso l’inclusione sociale e il rispetto delle situazioni di legalità, elementi essenziali per l’assegnazione di vantaggi economici pubblici. (…) L’osservanza dell’obbligo scolastico, pertanto, non solo assolve a un dovere legale ma contribuisce a un investimento a lungo termine nel capitale umano della società intera. Per quanta riguarda il prerequisito della residenza e/o del domicilio da almeno 5 anni in un immobile in forza di titolo giuridico regolarmente registrato, questo è un elemento volto ad assicurare la condizione di legalità in cui si deve trovare la madre richiedente, che non risulta contrastare ma anzi rispettare i criteri di legittimità, e si rifà anche ad altre limitazioni che la legge già prevede in caso di occupazione abusiva di un immobile senza titolo”.”La coerenza di tali prerequisiti con gli scopi di interesse generale è manifesta nella loro capacità di promuovere quelle situazioni di rispetto delle norme vigenti – conclude l’assessora -. Criteri chiari e trasparenti, nel pieno rispetto della legalità, sono imprescindibili non solo per garantire un impiego equo e giusto delle risorse pubbliche, ma anche per offrire un supporto mirato ed efficace alle mamme in condizioni di maggiore vulnerabilità”.