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Napoli Ottocento alle Scuderie del Quirinale

Tra le sale delle Scuderie del Quirinale, è protagonista la città di Napoli. La mostra “Napoli Ottocento”, aperta fino al 16 di giugno, celebra un lungo secolo di storia in cui la città partenopea ha suscitato e prodotto incredibili visioni, potenti pensieri che hanno pervaso arte, architettura, scienza, moda e costume. Nelle sale le opere, tra gli altri, di Ludwig Catel, William Turner, Thomas Jones, John Singer Sargent, molti esponenti della scuola di Posillipo, Portici e Resina, Anton van Pitloo, Giuseppe De Nittis, Ercole e Giacinto Gigante, con i loro paesaggi che furono, molto più che semplici vedute, immagini che invasero il mondo. A interpretare le storie e i sentimenti che serpeggiavano per la città Mariano Fortuny, i fratelli Palizzi e Domenico Morelli. E poi, quasi in maniera sorprendente, un francese la cui famiglia aveva radici napoletane: Edgar Degas. In particolare, sono esposte quasi tutte le opere che Degas ha prodotto a Napoli. E ancora: Achille d’Orsi, Antonio Mancini e Vincenzo Gemito, fino ad arrivare a Burri e Fontana. 

Attraverso un percorso tracciato dalle molte opere esposte in mostra, opere che diventano il linguaggio privilegiato per una narrazione coinvolgente e inaspettata, potrete scoprire storie nascoste e riconoscere atmosfere, scorci, farvi cullare dall’anima di Napoli.

Il curatore della mostra è Sylvain Bellenger che conosce benissimo la città e questo si percepisce ad ogni sala: dal 2015 al 2023, infatti, è stato direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte e “Napoli Ottocento” è un’occasione imperdibile per veder dialogare i capolavori di Capodimonte con quelli, tra gli altri, del Musée d’Orsay e l’Orangerie, della National Gallery e della Tate di Londra.  È sempre la voce di Sylvain Bellenger ad accompagnarvi in un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio nell’audioguida gratuita, disponibile sulla nostra app.

Alle Scuderie del Quirinale, Napoli torna ad essere capitale raccontando il suo secolo e la sua grande produzione culturale che ebbe come protagonisti artisti provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti, arrivati per contemplare e dipingere le attrazioni di Pompei ed Ercolano, il mare, le montagne, le isole di Capri, Ischia e Procida, gli scenari della costa amalfitana e sorrentina, il folclore, la terra fangosa del Vesuvio, la vegetazione lussureggiante della Campania, lo splendore e il degrado, l’urbanistica e il pittoresco della vita napoletana che si mescolavano tutti in un costante abbaglio. Lo stesso abbaglio che ancora inonda Napoli, le sue voci, le sue nuvole e le sue storie e che siamo felici di raccontare qui