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Nadia Nadim, la bimba di Kabul approda al Milan

Intanto è diventata chirurgo e ambasciatrice Unesco

È Nadia Nadim, gioca a calcio.Studia le lingue (ne parla fluentemente otto), e si è specializzata in chirurgia.Sarebbero traguardi importanti anche per una giovane donna cresciuta senza problemi.Invece lei è stata avvolta dalle difficoltà fin da bambinaAveva 11 anni quando suo padre viene giustiziato a Kabul.Scappa su un camion pensando di arrivare in Inghilterra, ma il suo viaggio arriva in Danimarca.Lì comincia la sua vita nei campi profughi dove l’unico pensiero era “restare in vita”.È lì che Nadim si avvicina al calcio.“C’era una squadra di calcio vicino al campo profughi e ho potuto imparare come funziona: le formazioni, le regole. Volevo giocare nel modo in cui si giocava a calcio lì”.È lì che la vita riprende le ali.“Siamo passati dal vivere nella paura, ascoltando il suono di proiettili e bombe, a un posto in cui ci sentivamo molto al sicuro“.E’ stato in Danimarca che ha iniziato a giocare a calcio e ha trovato una squadra che la ha accolta. È iniziata lì la sua carriera da calciatrice.A 19 anni, mentre già gioca a calcio, decide anche di studiare medicina all’università.Ora può. Ma in tanti la pongono davanti al bivio: o il calcio o la medicina.Nadia non sceglie. Gioca a calcio. E studia.È il 2017. Nadia va negli USA, con il Portland, la squadra di Tobin Heath e Lindsey Horan. E studia.Nel 2019, Nadia Nadim firma con il Paris Saint Germain. Diventa ambasciatrice UNESCO per l’istruzione di bambine e giovani donne . E studia.Si laurea. Diventa chirurga.Poi la notizia di ieri. Nadim ha firmato col Milan.Giocherà con la maglia numero 8.Benvenuta in Italia, Nadia.Tu e le tue otto lingue: danese, inglese, tedesco, francese, hindi, urdu, persiano e pashto.Tu e le tue mille vite.Raccontare di te è, per noi, anche un modo per tenere nel cuore e non smettere neanche un minuto di pensare a tutte le bambine, le ragazze e le donne afgane.