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Mutazione del gene EHMT2: identificato il primo caso al mondo

Le ricercatrici spagnole sono ora alla ricerca di ulteriori pazienti, per comprendere meglio le basi molecolari di questa malattia dello sviluppo neurologico, simile alla sindrome di Kleefstra

Madrid (Spagna) – La diagnosi di pazienti affetti da patologie molto rare può richiedere diversi anni: questo processo, generalmente definito “odissea diagnostica”, comporta un elevato tributo economico ed emotivo per le persone affette e per le loro famiglie. Il ritardo nella diagnosi è in parte dovuto alla limitata comprensione di come i geni contribuiscono alle malattie, e il caso dei geni EHMT1 e EHMT2, strettamente correlati, è emblematico.Sorprendentemente, infatti, le alterazioni in EHMT1, che causano la sindrome di Kleefstra, sono state descritte per la prima volta venticinque anni fa, ma fino ad oggi non era mai stato individuato un paziente con mutazioni in EHMT2. La scoperta è della ricercatrice spagnola Maria J. Barrero e del suo team presso l’Instituto de Salud Carlos III di Madrid, che nello studio appena pubblicato in versione preprint su MedRxiv spiegano nei dettagli come questa variante del gene EHMT2, rilevata per la prima volta in un bambino, provochi una malattia dello sviluppo neurologico. Nel caso specifico, la mutazione era de novo, ovvero non ereditata dai genitori.GENI DIVERSI MA SINTOMI SIMILI“Il nostro paziente presentava sintomi simili alla sindrome di Kleefstra, ma l’assenza di alterazioni nel gene EHMT1 ha ritardato la diagnosi di oltre cinque anni”, sottolinea la dr.ssa Barrero. La sindrome di Kleefstra è una malattia genetica rara che si manifesta fin dall’infanzia con ritardo nello sviluppo psicomotorio, disabilità intellettiva e riduzione del tono muscolare, associati spesso ad anomalie neurologiche e del comportamento, epilessia, tratti autistici e difetti congeniti cardiaci e renali. Descritta la prima volta nel 1999, dal 2010 la condizione ha preso il nome della genetista olandese Tjitske Kleefstra, che si dedica attivamente allo studio di questa sindrome. I casi rilevati sono pochissimi: si calcola che siano tra 1.000 e 2.000 nel mondo, 58 dei quali nel nostro Paese, dove nel 2019 è nata l’Associazione Italiana Sindrome di Kleefstra. L’anno scorso, inoltre, in Lombardia è stato avviato il progetto “Drop by drop”, che punta a studiare le alterazioni genetiche alla base della malattia, testando alcuni farmaci in laboratorio.

L’APPELLO DELLE RICERCATRICI SPAGNOLELa missione dell’équipe di Madrid, che fa parte del programma sulle malattie rare non diagnosticate SpainUDP, è quella di identificare e reclutare altri pazienti con alterazioni nel gene EHMT2, e magari collaborare con altri programmi diagnostici internazionali per scoprire più casi: le ricercatrici, perciò, si sono rivolte all’Osservatorio Malattie Rare per poter diffondere questo appello anche fuori dai confini spagnoli.Il team, infatti, sospetta che un numero maggiore di pazienti potrebbe non essere stato diagnosticato a causa del collegamento non segnalato tra le alterazioni di EHMT2 e la sindrome di Kleefstra. “Trovare altri pazienti può aiutarci a sviluppare strumenti diagnostici più efficaci e a comprendere meglio le basi molecolari della malattia”, conclude la dr.ssa Barrero. “Il viaggio alla scoperta di patologie rare continua, con la speranza di portare sollievo a coloro che da tempo cercano risposte”.Chiunque volesse fare una segnalazione riguardo alla mutazione del gene EHMT2, oppure mettersi in contatto con la dr.ssa Maria J. Barrero, può inviare una e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: fuggetta@osservatoriomalattierare.it