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Monica Massone, gli studi teatrali, il talento e l’amore per il palcoscenico. La regista e produttrice di “Solo – Una vita” apre il sipario sulla sua vita artistica a pochi giorni dal tour con Lorenzo Flaherty interprete

Intervista esclusiva di ItalyReview alla Regista Monica Massone.

a cura di Massimiliano Spinella

A teatro va in scena la prima grande guerra con lo spettacolo “Solo – Una vita”  scritto prodotto e diretto dall’ attrice e regista  Monica Massone, con la co-regia video di Sergio Angelo Notti.

La “prima” è in programma ad Alessandria il 23 febbraio 2024, con il noto attore Lorenzo Flaherty che vestirà i panni del protagonista Antonio Trentin, aspirante maestro e fante, alle prese con la vita e con lo spettro della Grande Guerra.

Monica Massone è una delle registe e produttrici teatrali emergenti nel panorama nazionale. Appartiene alla Categoria degli artisti e creativi indipendenti , quelli che hanno fatto un percorso personale e strutturato ma si muovono in autonomia sia per le produzioni che creazioni. Diplomata attrice presso la “International Acting School” di Roma (Corso di Formazione Professionale) e laureata al D.A.M.S. (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo), a indirizzo Teatro Educativo e Sociale, presso l’Università degli Studi di Torino, Monica Massone è stata studentessa di Drammaturgia Performativa e Comunitaria presso il Centro di Ricerca per il Teatro di Milano, di Teatro Sociale presso il Social Community Theatre Centre di Torino, di Arti e Terapie Espressive presso il Corso Specialistico indetto dal Teatro Integrato Internazionale di Roma e di Storytelling presso la Scuola Holden di Torino.

Con lei nasce QuizzyTeatro, il progetto che tende a produrre e  portare in scena opere teatrali. Abbiamo incontrato ed intervistato Monica Massone quando mancano ormai pochi giorni all’inizio del tour che porterà lo spettacolo “Solo – Una vita” sui palcoscenici italiani.

D. Come nasce la sua passione per il mondo dello spettacolo e del teatro in particolare?

R. “Fin da bambina ho sempre fantasticato molto e avuto il pallino per la creazione di storie. La passione nasce prima per la scrittura e successivamente per la recitazione. Tutto nasce da una grande predisposizione ad abbandonarsi alla fantasia, mantenendo la logica e la razionalità. La storia deve arrivare sempre chiara al pubblico. Ho sempre letto tanto, soprattutto Drammaturgia, appassionata di scrittura fantasticando sui personaggi. Sono appassionata di fantascienza, con un taglio sociologico, sentendomi molto legata a libri come “1984” di Horwell, o agli scritti di Asimov e ho molto interesse per il cyberpunk2.

D. Qual è il suo rapporto con il pubblico e come si relaziona con gli spettatori?

R. “La mia formazione è con il Il Metodo Stanislavskij (ndr uno stile di insegnamento della recitazione messo a punto da Kostantin Sergeevič Alekseev nei primi anni del ‘900 basato sull’approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell’attore) – ma sono molto legata al teatro sociale, educativo. Sono convinta che bisogna creare empatia con il pubblico, imparare a dialogare, dare fiducia al pubblico senza avere tracotanza e superbia, capendo bisogni, gusti, sensibilità, essere ricettivi ai cambiamenti per entrare in dialogo con gli spettatori.

D. Come si inserisce il suo teatro nel mondo dello spettacolo?

R. “Il mondo dello spettacolo è costituito da tantissimi artisti, che non solo sentono l’arte come opportunità di lavoro ma la vivono con passione e professionalità, avvertendo sempre il desiderio di affermarsi e sentirsi indefiniti nella preparazione senza sentirsi mai arrivati, sentendosi sempre aperti ai miglioramenti. Il mio teatro è autoprodotto, la mia realtà è di opere che crescono e si affermano portandole sul palco. Il rischio personale in questi casi è tanto e richiede coraggio, il precariato artistico ha tanti aspetto negativi, ma stimola a un costante miglioramento permettendomi di fare ciò che più amo”

D. Si è cimentata anche al di fuori del teatro?

R. “Sono sempre stata legata al panorama teatrale, ho fatto tanti spettacoli e sold-out nelle date proposte, raccogliendo l’apprezzamento del pubblico, in quanto apicale di un progetto, lavorando con attori molto bravi anche se non di richiamo mediatico

D. Dove è ambientato “Solo – Una vita”  e in che contesto si inserisce?

R. “Lo spettacolo parla di un periodo storico ben definito e a me molto cuore; infatti con la prima guerra mondiale nasce il nuovo mondo, fatto di stati nazionali, con gli Stati Uniti in ascesa e l’affermazione della Russia. Anche il Capitalismo nasce e si sviluppa in quegli anni così come lo consociamo oggi. Nasce così il mondo contemporaneo, con i suoi problemi, la tecnologia si afferma in campo militare, portando però in altri settori positività con scoperte che apportano benefici come la medicina chirurgica ed estetica, nata da lenire i danni al volto dei militari feriti in guerra.

E’ quindi un periodo controverso che mi affascina molto, contenendo anche un importante monito però, perché la tecnologia si può rivelare distruttiva. Il protagonista compie azioni che narrano di una tecnologia che prende il sopravvento nelle nostre vite. Sono tre atti di cui i primi due raccontano i prodomi della guerra, la vita del protagonista nel mondo civile, mentre nel terzo ci ritroviamo nelle trincee a guerra in corso.

D. Quali “influenze” ha ricevuto lo spettacolo nella sua stesura?

R. “Sicuramente le influenze arrivano dalla letteratura e filmografia russa, da cui sono molto  affascinata ed attratta, in quanto gli autori “abitano il tempo”, sono molto introspettivi, fanno propria la crudezza realistica della filmografia slava. E così ho voluto raccontare il dramma senza renderlo greve, ha una sua leggerezza, il linguaggio è particolarmente dell’epoca.”

D. Come nasce la “scelta” di farlo interpretare a Lorenzo Flaherty, affermato attore teatrale e di cinema?

R. “Il feeling artistico  con Lorenzo è nato da subito, si è mostrato entusiasta di interpretare il personaggio della storia. Ha una capacità di coniugare il dramma alla leggerezza con una figura malinconica e struggente ma allo stesso tempo volitiva e brillante. E’ stata proprio questa sua capacità istrionica a vederlo perfetto per questo ruolo più di chiunque altro.”

E quindi non ci resta che attendere il tour per poter vedere ripagata l’attesa ed ammirare lo spettacolo in cui spiccheranno sicuramente le doti artistiche di Lorenzo Flaherty e della splendida regista Monica Massone ai quali auguriamo il meritato successo.