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Mascherine, ecco come Zingaretti e la sorella sono finiti nell’inchiesta

Nelle carte dell’inchiesta, oltre al governatore e a Carmelo Tulumello, compare anche Angela Zingaretti nel ruolo di «intermediaria» con un imprenditore escluso dall’affare

Ancora una volta l’acquisto (urgente) di una partita di mascherine anti Covid coinvolge gli amministratori pubblici in un’inchiesta. Era accaduto all’ex commissario per l’emergenza pandemica, Domenico Arcuri, di dover spiegare alla magistratura tutti i perché dei suoi acquisti e capita oggi al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e al suo dirigente della Protezione Civile, Carmelo Tulumello, raggiunti (anticipa la Verità) da un invito a dedurre della Corte dei Conti che quantifica in 11,1 milioni di euro il presunto danno per le casse pubbliche.

Nelle carte dell’inchiesta compare anche la sorella del governatore Zingaretti, l’imprenditrice Angela. Il suo nome viene tirato fuori dall’imprenditore Filippo Moroniescluso dall’affare- mascherine che aveva privilegiato Ecotech. Ascoltato dalla Finanza Moroni avrebbe detto che la sorella di Zingaretti gli avrebbe indicato la persona all’interno della Regione alla quale affidarsi per far arrivare la sua proposta di un affare da cinquanta milioni di dispositivi di protezione. Un modo insomma per rientrare in ballo e non essere esclusi. Secondo i magistrati contabili questa «intermediazione» di Angela Zingaretti dimostra la partecipazione del governatore all’affaire mascherine.

L’acquisto risale al 2020 quando la Regione incarica la Ecotech di provvedere alla consegna di 7,5 milioni di dispositivi di protezione. La Ecotech, corredata da una fideiussione della Seguros (con sede a Londra), un po’ adempie e un po’ no. Nel senso che consegna solo una parte di mascherine (due milioni in tutto). La Protezione civile regionale revoca altri affidamenti e, nel frattempo, avvia attraverso l’avvocatura un’azione di recupero nei confronti della Seguros che ha sottoscritto la fideiussione con la Ecotech. Fideiussione, per inciso, nemmeno indispensabile considerato che l’allora decreto della Presidenza del Consiglio, per supplire in tempi urgenti al fabbisogno di dispositivi, aveva previsto una deroga alla fideiussione.

L’iniziativa intrapresa in sede civile, intanto, fa il suo (lento) corso ma ormai i soldi della Regione sono stati spesi e questo spinge i magistrati contabili, chiamati in causa dalla consigliera di FdI, Chiara Colosimo, ad approfondire la vicenda. Ma indaga anche l’Anticorruzione. Che archivierà il 9 settembre 2020 per «assenza di significative irregolarità». L’inchiesta contabile individua responsabilità anche in capo al governatore del Lazio, il quale avrebbe confermato la fiducia nei confronti di Ecotech anche attraverso alcune interviste sui giornali. Danno erariale? I pm di via Baiamonti sono convinti di sì, mentre gli avvocati hanno già depositato le controdeduzioni.

Nel ricordare che Tulumello aveva presentato una denuncia in Procura (dove un’inchiesta è tuttora aperta) dice il suo avvocato Nino Paolantonio: «Il mio assistito già nell’aprile 2020 aveva denunciato la Ecotech alla Procura e non ha notizia di provvedimenti di sequestro nei confronti della società. Confidiamo serenamente che questa vicenda venga ridimensionata». Quanto a Zingaretti, precisano dall’entourage: «Nessuna competenza nell’esercizio dell’attività negoziale e nella gestione dei rapporti contrattuali dell’Ente: in ogni caso, nel periodo cui si riferiscono i fatti, il presidente Zingaretti era in isolamento domiciliare avendo contratto il Covid ed era sollevato da ogni funzione istituzionale».

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