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L’Italia chiede l’Europeo di Calcio 2032!

Un passo avanti verso l’Europeo 2032 in Italia. Presentate le 11 città candidate a ospitare le partite: Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Cagliari, Bari e Palermo. La scelta non riguarda solo la rilevanza sportiva, ma è stata fatta anche con l’intento di “valorizzare l’immenso patrimonio culturale presente nelle città scelte”. Assente a sorpresa Udine, dato che lo stadio Friuli (oggi Dacia Arena) è uno dei pochi impianti moderni del nostro Paese. Ma il numero di spettatori attuali dell’impianto – 25 mila posti – è inferiore allo standard minimo previsto per la manifestazione, che è di 30 mila posti. 

Si tratta di una prima stesura: il dossier ufficiale per la candidatura dovrà essere consegnato alla Uefa entro il 12 aprile. Il rivale principale per aggiudicarsi l’evento è la Turchia. “È un atto politico di grande valore, perché unanime e trasversale. Stiamo ultimando un dossier serio e credibile – ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, commentando l’approvazione della risoluzione a sostegno della candidatura italiana da parte della settima Commissione permanente del Senato – che presenteremo fra un mese. Questo importante impegno politico rafforza il percorso che abbiamo tracciato e che ci vede quotidianamente al lavoro col ministro per lo Sport Andrea Abodi. Organizzare Euro 2032 può contribuire a dare una prospettiva di sviluppo al calcio italiano e al Paese. Ringrazio il presidente della Commissione Roberto Marti, tutti i componenti e in particolare il primo firmatario, il senatore Filippo Melchiorre, che con responsabilità e senso delle istituzioni si è impegnato in prima persona per raggiungere questo risultato”.

Riconosciuto dunque il rilievo nazionale di una manifestazione come Euro 2032. Con la risoluzione approvata il governo si impegna a “sostenere e qualificare la candidatura avanzata dalla Figc, assumendo ogni opportuna iniziativa di propria competenza che valorizzi l’interesse nazionale rispetto a tale evento e alle relative eredità”. Nonché a “garantire, conseguentemente, il necessario supporto per il miglioramento delle infrastrutture sportive nell’ambito di progetti di rigenerazione urbana, senza consumo di nuovo territorio, anche attraverso la configurazione di strumenti che favoriscano lo stanziamento e il reperimento di idonee risorse finanziarie, pubbliche e private e individuando procedure che assicurano il completamento degli interventi nei tempi richiesti dalla Uefa”.