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LA JUVE SI INCHINA AL NAPOLI, LA FIRMA DI RASPADORI SULLA VITTORIA AZZURRA A TORINO

C’è la firma di Raspadori sul tricolore ormai davvero ad un passo dalle maglie del Napoli: l’attaccante subentra all’86’ e al 93′ realizza la perla al volo per battere la Juve e per fare lo scatto decisivo per il titolo.

I bianconeri recriminano per la rete annullata a Di Maria per un fallo di Milik su Lobotka, ma intanto Allegri colleziona la terza sconfitta di fila in campionato e rischia l’aggancio della Roma al terzo posto.

Né Vlahovic, né Chiesa e nemmeno Di Maria, il partner di Milik è Miretti: Allegri sceglie il classe 2003 come mossa a sorpresa contro il Napoli.

In difesa non c’è Bremer, ma insieme a Gatti e Danilo gioca Rugani a comporre la difesa a quattro con Cuadrado esterno basso. In più gioca anche Soulé, il quale ha il compito di partire da destra per provare ad accentrare e colpire. Spalletti ha perso Politano e Mario Rui, il terzo del tridente offensivo con Osimhen e Kvaratskhelia è Lozano. Turno di riposo per Zielinski, a completare il centrocampo con Anguissa e Lobotka gioca Ndombele mentre in difesa c’è spazio per Juan Jesus al fianco di Kim.

Le prime occasioni sono della Juve con un destro di Cuadrado e un colpo di testa di Milik che finiscono centrali tra le braccia di Meret. Il Napoli fa tanto possesso palla e dà soltanto l’impressione di essere pericoloso, anche perché i bianconeri alzano il muro difensivo e tra Gatti, Rugani e Danilo riescono ad arginare bene Osimhen. Così le palle gol rimangono potenziali, con Kostic da una parte e Lozano dall’altra che sprecano due ripartenze a campo aperto e in superiorità numerica che non portano a conclusioni in porta.

Si chiude così un primo tempo con poche emozioni e nessuna vera parata dei due estremi difensori. I due allenatori scelgono di non fare cambi per l’inizio della ripresa, Kvaratskhelia apre il secondo tempo con un mancino potente ma centrale. All’ora di gioco si alzano dalla panchina i pezzi grossi bianconeri, Allegri cerca di sbloccarla inserendo Chiesa e Di Maria per Kostic e Miretti. Proprio il nuovo tridente costruisce una bella ripartenza, è decisivo un intervento in acrobazia di Di Lorenzo che impedisce al pallone di arrivare a Milik. Spalletti aspetta qualche minuto e poi toglie Ndombele e Lozano per Zielinski ed Elmas.

Al 70′ si vede finalmente Osimhen, il nigeriano si gira e calcia trovando deviazione di Gatti e palo esterno, poi sul corner seguente svetta ma non angola abbastanza il suo colpo di testa. Il Napoli cresce e alza il baricentro, ma a dieci dalla fine la Juve si fa pericolosa prima con Rugani e poi con Milik, senza però inquadrare lo specchio della porta di Meret. All’82’ l’episodio che farà discutere: Di Maria prende palla sulla linea di centrocampo e a va a colpire a rete, Fabbri viene richiamato dal Var e decide di annullare per il contatto Milik-Lobotka ad inizio azione. Allegri concede a Vlahovic un minuto più sei di recupero, il serbo colpisce al primo tocco ma dopo che Chiesa si era trascinato fuori il pallone. Al 93′, però, il Napoli mette la freccia: cross di Elmas, sinistro al volo di Raspadori e Szczesny è battuto sotto le gambe. E’ festa azzurra, lo scudetto è sempre più vicino.