ARTE & LIBRI

Jean-Michel Basquiat al Chiostro del Bramante

Dal 24 marzo al 2 luglio 2017 continua il percorso di ricerca e indagine da parte di DART Chiostro del Bramante sulle personalità più influenti dell’arte, con una esposizione che indaga le origini e l’importanza della street art e dei graffiti, dopo il grande successo di “LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore” che ha registrato un afflusso di oltre 150 mila visitatori.

Circa 100 i lavori esposti, tra olii, acrilici, disegni, alcune importanti collaborazioni con Andy Warhol, serigrafie e ceramiche, opere realizzate tra il 1981 e il 1987 tra le più rappresentative della sua produzione, tutte provenienti dalla Mugrabi Collection, una delle raccolte di arte contemporanea più vaste al mondo. Un arco di tempo in cui si dipana quasi tutta la turbolenta e sofferta parabola artistica ed esistenziale del pittore americano, diventando presto uno degli artisti più popolari dei nostri tempi. A quasi trent’anni dalla morte avvenuta nell’agosto del 1988, i suoi lavori e il suo linguaggio continuano ancora oggi ad affascinare il pubblico di tutto il mondo.

“Papà un giorno diventerò molto, molto famoso”. Jean-Michel Basquiat aveva questa urgenza, l’urgenza del segno, del gesto, del colore, l’insopprimibile necessità di disegnare, di essere artista. E proprio i muri di New York saranno, all’inizio della sua carriera, le tele su cui inciderà i tratti distintivi e indelebili della sua arte, pareti sapientemente scelte in prossimità delle gallerie più rinomate.

Apparso con lo pseudonimo di SAMO, Basquiat comincia proprio con il graffitismo che abbandonerà ben presto diventando, a soli 20 anni, una delle stelle nascenti più celebri e celebrate nel mondo dell’arte.

Le sue opere attingono alle più disparate fonti, i suoi mezzi espressivi creano un linguaggio artistico originale e incisivo, che punta ad una critica durissima alle strutture del potere e al razzismo. Orgoglioso delle sue origini afro-americane, Basquiat infonde nelle sue opere quel carattere drammatico, quell’energia e quella determinazione di denuncia sociale, che aprirà una strada alle future generazioni di artisti neri.

La sua produzione sintetizza astrattismo e figurativismo neoespressionista, la sua febbrile e incessante ricerca produce opere dal tratto talvolta viscerale, materico, tribale. Utilizza la pittura, ma soprattutto la scrittura, una presenza costante nelle sue opere, che spesso ne costituisce il tessuto. Basquiat ha usato e trasformato la parole in contesto come segni grafici e significanti – come versi che risuonano al ritmo del suo battito interiore.

Sue muse ispiratrici erano la musica – che non abbandonerà mai e che sarà sempre presente nei suoi dipinti – e ancora l’arte greca, romana, africana. Tra i suoi amici vi erano Andy Warhol con cui aveva una straordinaria e particolare intesa intellettuale, John Lurie, Arto Lindsay, Keith Haring e Madonna.

Anche se l’attività artistica di Jean-Michel Basquiat prende forma nell’arco di una sola decade, in questo breve periodo la sua febbrile attività lo ha portato a produrre un vasto corpus di opere caratterizzate da un segno e uno spirito che lo hanno reso uno dei grandi testimoni della sua epoca.

Promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra è prodotta e organizzata da DART Chiostro del Bramante e Gruppo Arthemisia in collaborazione con la Mugrabi Collection ed è curata da Gianni Mercurio in collaborazione con Mirella Panepinto.

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