CRONACA E ATTUALITÀESTERO

Israele, allarme delle Chiese a Gerusalemme: escalation di violenze contro i cristiani, fanatici ebrei aggrediscono vescovo al Getsemani

Statue di Cristo e della Madonna prese a martellate, blitz violenti, azioni punitive, scritte blasfeme su chiese, monasteri, luoghi di culto cristiani. Non c’è più pace per i cristiani nella Terra Santa da quando, con un crescendo indubbiamente allarmante, si sono moltiplicate le manifestazioni di intolleranza e le aggressioni nei confronti della minoranza religiosa al punto che diversi leader religiosi, tra cui il Custode di Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa assieme al Vaticano, si sono fatti interpreti con Israele del timore di questa escalation. Dove porterà?

Il clima generale non è dei migliori. L’ultimo episodio risale a ieri quando due uomini appartenenti alla ultra-destra ortodossa ebraica sono entrati nella Chiesa del Getsemani a Gerusalemme Est durante le preghiere della comunità ortodossa. La scena che si è sviluppata sotto gli occhi dei presenti era sostanzialmente la stessa che è avvenuta in altre chiese, in precedenza. In questo caso hanno deturpato gli oggetti liturgici che hanno trovato sul cammino e hanno aggredito fisicamente un vescovo e due sacerdoti che stavano partecipando alla messa. Subito dopo i due fanatici ebrei sono stati bloccati da alcuni fedeli intervenuti per fermare la violenza. 

Il Patriarcato ortodosso di Gerusalemme, rappresentato da Sua Beatitudine il Patriarca Theophilos III, insieme al Santo Sinodo e alla Confraternita del Santo Sepolcro, hanno condannato «l’attacco terroristico». Nella Chiesa del Getsemani si trova la Tomba della Vergine Maria. «Il Patriarcato denuncia anche il tentativo di provocare danni fisici all’arcivescovo Joachim, che stava guidando la funzione, e l’attacco a uno dei sacerdoti presenti in chiesa».

Solo un mese fa, la distruzione di una statua di Gesù, presa a martellate nella chiesa della Flagellazione, a due passi dal Santo Sepolcro a Gerusalemme da un fanatico di religione ebraica, l’ultimo di una lunga serie di atti di intolleranza che da un po’ di tempo in qua si stanno susseguendo in Israele ai danni della comunità cristiana. L’escalation va di pari passo al clima di intolleranza che ha generato l’arrivo al governo della coalizione di estrema destra, comprensiva di gruppi religiosi ultra-nazionalisti, guidata dal premier Bibi Netanhiau.