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IL REGNO UNITO E L’IDENTITÀ DIGITALE: ARRIVA IDVT

Tutto pronto o quasi. Nel Regno Unito, dal 6 aprile prossimo sarà introdotta la nuova verifica dei documenti di identità digitale (IDVT). Una tecnologia che consente la condivisione dei dati tra enti pubblici e imprese ai fini della verifica dell’identità. 

Il governo ha inquadrato questi piani di identificazione digitale come un modo per i cittadini del Regno Unito di “dimostrare facilmente e rapidamente la propria identità utilizzando metodi digitali invece di dover fare affidamento sui tradizionali documenti fisici”.

Ma sarà davvero così?

In base a questi piani di identificazione digitale, i cittadini saranno in grado di “creare un’identità digitale con un’organizzazione fidata” che può essere utilizzata “di persona o online” e “tramite un’app telefonica o un sito Web”. 

A queste organizzazioni fidate verrà quindi fornito un “portale legale” per “effettuare controlli di verifica rispetto ai dati ufficiali detenuti da enti pubblici per aiutare a convalidare l’identità di una persona”. 

Il governo consentirà inoltre di trasferire la “fiducia” generata da un singolo controllo dell’identità digitale riuscito ad altre organizzazioni.

Insieme ai sistemi di identificazione digitale fa il suo esordio anche l’Ufficio per le identità e gli attributi digitali (ODIA), che sarà istituito presso il Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport (DCMS) e avrà il potere di emettere questa sorta di certificati di fiducia. L’ODIA pubblicherà anche un elenco aperto a tutti con i nomi delle organizzazioni considerate affidabili.

Prima di annunciare questi piani di identificazione digitale, il governo ha raccolto opinioni e feedback sull’approccio proposto all’identità digitale tramite una consultazione pubblica.

Il 50% delle risposte a questa consultazione era “contro l’identità digitale in linea di principio”, ma il governo ha tirato dritto e non ha incluso queste risposte nella sua analisi statistica perché – a loro dire – “non si sono occupati delle domande”. 

Tuttavia, il governo ha insistito sul fatto che “al di fuori del contesto della produzione dell’analisi statistica, abbiamo tenuto conto di queste risposte come parte di questo esercizio di consultazione”.

Il governo ha anche ammesso che alcuni intervistati temevano che le identità digitali diventassero obbligatorie per tutte le persone”, ma ha respinto queste preoccupazioni bollandole come false e ha fatto sapere che cercherà feedback su come “incoraggiare identità digitali più inclusive”.

“Come indicato nella consultazione, non ci sono piani per rendere obbligatorie le identità digitali, ma riconosciamo che sono una tecnologia emergente e le persone potrebbero non essere pienamente consapevoli dei vantaggi in termini di privacy e sicurezza“, ha fatto sapere il governo che ha anche aggiunto: “Pertanto adotteremo misure per aumentare la comprensione tra i potenziali utenti e ci impegneremo con i gruppi della società civile per ricevere il loro feedback di esperti su come aumentare l’inclusione, ora e in futuro”. 

Questo attuale tentativo di introdurre l’ID digitale arriva quasi un decennio dopo che il governo del Regno Unito, nel 2013 aveva lanciato il suo progetto di ID digitale “Verify”. Un sistema ampiamente criticato dall’Ufficio nazionale dei conti e dalle commissioni parlamentari interne per “aver fallito il pubblico” e aver mancato tutti i suoi obiettivi.

Nonostante questo flop e con buona pace della privacy, il Regno Unito punta ancora sui sistemi di identità digitale. Forse bisognerebbe riflettere sul perché voglia a tutti costi raggiungere questo obiettivo.

da byoblu

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