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Giornata Mondiale dell’Ambiente: lotta alla plastica, nemica del pianeta.

Le tre R di “riciclo”, “riuso” e “riduzione” per combattere l’inquinamento. E bisogna agire subito.

“Elimina l’inquinamento della plastica”: è lo slogan-appello della Giornata mondiale dell’Ambiente 2023, istituita dalle Nazioni Unite 50 anni fa, il 5 giugno 1973. Tre le parole d’ordine: riciclo, riuso e riduzione.

Il messaggio è chiaro: il mondo sta morendo soffocato dalla plastica e bisogna agire subito. 

Sabato si è concluso l’International Negotiating Committee (INC) al quale hanno partecipato 175 paesi che hanno approvato la realizzazione di una bozza di accordo sull’abbattimento della plastica che sarà esaminataa novembre a Nairobi, con l’obiettivo di un trattato finale entro il 2024.   

Ogni anno l’umanità produce circa 430 milioni di tonnellate di plastica, metà delle quali progettate per essere utilizzate una sola volta. Di questi, meno del 10% viene riciclato, ricorda l’Onu, aggiungendo che si stima che ogni anno 19-23 milioni di tonnellate finiscano nei laghi, nei fiumi e nei mari, quasi quanto il peso di 2.200 torri Eiffel tutte insieme. 

Non solo, se non si agisce presto la produzione annua di plastica potrebbe triplicare entro il 2060.

Le tre “R”

La plastica è ovunque: nel suolo, nei mari, nei fiumi, nei laghi, nell’aria, nel cibo. Se da un lato porta benefici all’umanità, dall’altro, il suo impatto su ogni essere vivente e habitat è sempre più devastante. Ogni persona sembra consumi più di 50.000 particelle di plastica all’anno (molte di più se si considera l’inalazione) e i danni per specie e salute umana sono (quasi) irreversibili. L’inquinamento da plastica in Natura – spiega il Wwf – ha superato il “limite planetario” (Planetary boundary), oltre il quale non c’è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita.

Un inquinamento che potrebbe essere ridotto dell’80% entro il 2040 se i Paesi e le aziende effettuassero profondi cambiamenti politici e di mercato utilizzando le tecnologie esistenti, ha rilevato l’Unep nell’ultimo rapporto dal titolo “Chiudere il rubinetto: come il mondo può  mettere fine all’inquinamento da plastica e creare un’economia circolare”, pubblicato prima del secondo round di negoziati a Parigi (dal 29 maggio al 2 giugno) su un accordo globale per sconfiggere l’inquinamento da plastica. 

Il rapporto indica soluzioni basate sulle 3 Rriuso (consentirebbe di avere un taglio del 30% dell’inquinamento nei prossimi 17 anni); riciclo (per un’ulteriore 20% in meno e fino al 50% eliminando i sussidi ai combustibili fossili e rafforzando le linee guida per migliorare la riciclabilità) e riorientando la produzione (il 17% in meno usando materiali alternativi). 

I costi

Il passaggio a un’economia circolare comporterebbe un risparmio diretto e indiretto intorno a 4.500 miliardi didollari e un aumento netto di 700.000 posti di lavoro entro il 2040. I costi per i cambiamenti raccomandati sono significativi ma inferiori a quanto si spenderebbe in assenza di una modifica sistemica: 65 miliardi di dollari all’anno rispetto a 113 miliardi di dollari all’anno. 

La posta in gioco è alta: la produzione annua di plastica è più che raddoppiata in 20 anni, raggiungendo i 460 milioni di tonnellate. Potrebbe triplicare entro il 2060 se non si interviene. 

L’impatto sul climaLa produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo. I due scenariSecondo Earth4All, un’iniziativa internazionale per accelerare il cambiamento sistemico di cui abbiamo bisogno per un futuro equo sul pianeta, l’attuale “modello economico dominante sta destabilizzando le società e il pianeta” ed è giunto il momento di cambiare, aggiornando soprattutto il nostro sistema economico. Sono stati modellati due possibili scenari: il primo, dal titolo “Troppo poco e troppo tardi” riflette la nostra traiettoria attuale. Secondo questo schema le domande da porsi urgentemente sono: “E se le società continuassero a un ritmo simile, fissando obiettivi ma non intraprendendo una forte azione collettiva? Attraverseremo punti di non ritorno irreversibili, minacciando le fondamenta del clima stabile della Terra? La disuguaglianza spinta portera’ a un peggioramento delle tensioni sociali?” Il secondo scenario, invece, dal titolo “Passo da gigante”, presuppone che le società intraprendano un nuovo percorso verso un mondo sostenibile entro il 2050. Ma le domande da porsi sono: “E se riconfigurassimo radicalmente le nostre economie, i nostri sistemi energetici e alimentari in modo che funzionino sia per le persone che per il pianeta? Possiamo evitare il peggiore impatto del cambiamento climatico e aumentare la resilienza delle nostre societa’ agli shock? Riusciremo a porre fine alla poverta’ estrema, garantendo a tutti una dieta sana e accesso a un’istruzione e a un’assistenza sanitaria di qualità?”. Dunque: continuare nella stessa direzione odierna o raddrizzare la rotta del Pianeta?. “Non c’è più tempo da perdere”, concordano gli scienziati. Anche perché questa Terra “è l’unica che abbiamo”.

La Rai per L’ambiente

Nel giorno della ricorrenza, Rai dedica parte dei palinsesti a servizi, approfondimenti, film e documentari, in tv, radio e sul web, per sensibilizzare sulle tematiche ambientali. Da segnalare in particolare, l’impegno di Rainews 24 e della Tgr che, oltre a reportage prodotti dalle redazioni regionali, proporrà su Rai 3 alle 18 lo Speciale Giornata Mondiale dell’ambiente, realizzato dalla Tgr Piemonte e condotto da Martino Villosio. Ospiti in studio il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, e la responsabile di Rai Meteo Claudia Adamo. Ci si collegherà in diretta dalle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna per fare il punto della situazione, e da Paestum dove in un’oasi recuperata da Legambiente si è appena concluso Youth Climate Meeting 2023, con centinaia di giovani arrivati da tutta Italia.PuliFondali e PulispiaggeRai e Fispsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee (Coni) collaborano per una maxi operazione di recupero di rifiuti con la supervisione di Guardia Costiera e Ministero per l’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Sarà Casamicciola Terme (Ischia) il palcoscenico delle iniziative, dove, insieme a Rai Per la Sostenibilità, saranno presenti le telecamere del Tg1, Tg2 con Tg2 Italia, Tg3 con Fuori Tg, TgR e Rainews24 a cui si aggiungeranno quelle di Rai Italia e i microfoni di Radio1 che proporrà la Giornata Mondiale dell’Ambiente in cinque programmi: “Menabò”; “Che giorno è”; “Zapping”; “L’aria che respiri” e “Radio di Bordo”. Ecco le località interessate da ‘Pulifondali e Pulispiagge 2023’: Ancona, Arenzano (Ge), Caorle (Ve), Casamicciola Terme (Na), Castellammare del Golfo (Tp), Catania, Catanzaro Lido, Crotone, Follonica (Gr), La Spezia, Latina, Marina di Carrara (Ms), Metaponto Lido (Mt), Muggia (Ts), Ortona (Cs), Porto Corallo (Su), Rimini, Rocca San Giovanni (Ch), Salerno, San Foca (Le) e Santa Marinella (Rm).