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Gentiloni al Festival dell’Economia di Trento, l’eredità del PNRR: spinta per le riforme in Italia, metodo in UE

Applicare il metodo PNRR al Patto di Stabilità e mettere in moto una stagione di riforme sociali: sono queste le direzioni che derivano dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’Europa e per l’Italia indicate dal commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, durante il Festival dell’Economia di Trento 2022 sabato 4 giugno 2022.

Qual è l’eredità che il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lascia all’Italia e all’Europa? A questa domanda sembra rispondere il commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, durante il Festival dell’Economia 2022.

“Un mondo cambiato: sfide e opportunità per un’Europa protagonista” questo il tema del dialogo con Paolo Magri, Vicepresidente esecutivo ISPI, e Fabio Tamburini Direttore Il Sole 24 Ore seguito in diretta a Trento da un inviato di Informazione Fiscale.

“Siamo in un periodo difficile da non confondere con una catastrofe incombente”, con queste parole ha esordito il Commissario prima di indicare le direzioni possibili che il nostro paese e l’UE ha davanti a sé dopo due anni di pandemia e una crisi geopolitica ed energetica in atto.

Gentiloni al Festival dell’Economia di Trento: dal PNRR una spinta per una stagione di riforme sociali in Italia

Ed è proprio nei contesti più difficili che bisogna fare tesoro del passato, anche quello più recente, e guardare al futuro. Sembra essere questo il punto di vista che Paolo Gentiloni espone durante l’evento organizzato da Provincia Autonoma, Università e Comune di Trento e Gruppo 24 ORE.

Partendo dall’Italia, non c’è dubbio: il PNRR rappresenta una svolta decisiva per sciogliere importanti nodi sociali che partono dal lavoro.

“I giovani hanno bisogno di risposte immediate e coese. L’Europa che fa? Il PNRR è fondamentale perché tra i diversi obiettivi ci sono dei tetti obbligatori per transizione verde e digitale. Raccomandazione per la “resilienza” servizi sociali e assistenza ai più deboli, parità di genere. Con tante risposte. In Italia una risposta riguarda un programma di costruzione di asili nido, che non risolve il problema ma è un contributo importante”.

Senza dubbio gli strumenti che arrivano dall’Europa non rappresentano una bacchetta magica: non bisogna immaginare che il PNRR possa risolvere tutto. Ma per Gentiloni possono e devono essere l’occasione per mettere in moto nuovi processi:

“Dobbiamo farci carico della questione demografica anche nel dibattito culturale. Quanti sono i nuclei familiari composti da una sola persona, quanto il tema della solitudine sta diventando uno dei temi più importanti del futuro. Popolazione anziana non autosufficiente. Politiche pubbliche, asili nido, politiche migratorie, politiche per la famiglia, tutto questo insieme deve far parte di una stagione di riforme italiane che spero che il PNRR stia cercando di innescare”.

Gentiloni al Festival dell’Economia di Trento: PNRR come metodo per il futuro

La lezione per il futuro che arriva dal PNRR per l’Europa, invece, può riguardare la riforma del patto di stabilità, per una nuova ricetta finalizzata a tenere in equilibrio i paesi UE anche alla luce degli ultimi contraccolpi.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è nato con uno scopo preciso, arginare gli effetti economici della pandemia da Covid, e dettato dalla necessità di garantire un intervento hic et nunc, qui e ora. Ma potrebbe avere una eco futura ben più lunga delle previsioni iniziali.

“Si può lavorare per rendere la regola del debito meno astratta e irraggiungibile, si può fare prendendo il metodo del PNRR: il paese presenta il piano e la commissione timbra la proposta. Lo stesso si può fare per la riduzione del debito. Una volta approvati dal Consiglio potrebbero essere attuati. I piani al lungo termine potrebbero rendere le cose più condivise, più realistiche. Un piano per rilanciare gli investimenti strategici e accordo tra i paesi europei tra gradualità pro crescita e far rispettare le regole”.

Come sottolinea il Commissario, per farlo funzionare servono anche dei correttivi a cui si sta lavorando.

“Guai a considerare gli aggiustamenti necessari come richiesta “dateci una proroga”. Se questo fosse il messaggio del maggior beneficiario del debito comune, vero in termini assoluti ma non relativi, il 30 per cento dei soldi attribuiti vanno all’Italia, sarebbe un errore. Messaggio che il Governo non sta mandando”.

In conclusione, per Paolo Gentiloni la possibilità di considerare il PNRR come metodo da applicare su altri fronti oggi non è una utopia. “Io penso di essere in grado di presentare una proposta, cercando di costruire un consenso nel collegio della Commissione UE e poi tra i Paesi membri dopo l’estate”, ha concluso.

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