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Ddl Zan, sei mesi dopo la bocciatura il Pd lo ripresenta identico al Senato: “Non è una bandiera, obiettivo l’ok entro fine legislatura”

“Per noi una legge contro i crimini d’odio è fondamentale”, dice la senatrice Monica Cirinnà presentando l’iniziativa in conferenza stampa insieme al segretario Enrico Letta, allo stesso Alessandro Zan e alla capogruppo Simona Malpezzi. Il testo a prima firma del deputato veneto, approvato dalla Camera il 4 novembre 2020 con i voti di M5S, Pd e Italia Viva, non aveva superato la prova del Senato il 27 ottobre scorso dopo la marcia indietro dei renziani.

Trascorsi i sei mesi richiesti dalla data della bocciatura in Senato, il gruppo del Partito democratico ha ripresentato nello stesso testo a palazzo Madama il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia. “Per noi una legge contro i crimini d’odio è fondamentale”, ha detto la senatrice Monica Cirinnà – madre della legge sulle unioni civili approvata nel 2016 – presentando l’iniziativa in conferenza stampa insieme al segretario Enrico Letta, allo stesso Alessandro Zan e alla capogruppo Simona Malpezzi. Il testo a prima firma del deputato veneto, approvato dalla Camera il 4 novembre 2020 con i voti di M5S, Pd e Italia Viva, non aveva superato la prova del Senato il 27 ottobre scorso: votando a scrutinio segreto, l’Aula aveva approvato la “tagliola” proposta da Lega e Fratelli d’Italia, un meccanismo parlamentare che consente di non passare all’esame degli articoli dopo la discussione generale, decapitando l’iter del provvedimento. Nei mesi precedenti Italia Viva aveva di fatto ritirato l’appoggio al ddl: con la scusa di cercare un sostegno più largo al testo, i renziani si erano accodati al centrodestra nel chiedere di rimuovere i riferimenti all’”identità di genere” entrando in rotta di collisione con Pd, Leu e 5 Stelle.

“Noi oggi vogliamo annunciare che per quanto ci riguarda la battaglia, che politicamente per noi non è mai stata abbandonata, riprende con un capitolo che è il deposito del ddl Zan nella sua versione originale, con la necessità di riannodare quel filo che è stato bocciato mesi fa”, annuncia Letta. “Molte cose sono passate ma è una pagina francamente brutta della storia del Parlamento, quell’applauso di scherno… Sappiamo che questo testo è stato bocciato, ma il nostro obiettivo non è una bandiera. Essere di nuovo in Parlamento vuol dire essere aperti anche alle altre parti politiche. Riteniamo che sia possibile e doveroso approvarlo entro la fine di questa legislatura, anche con alcune modifiche”. Il percorso dovrà però iniziare da capo e passare per l’approvazione – prima in Commissione e poi in Aula – di entrambi i rami del Parlamento. “È un testo di mediazione assolutamente buono, speriamo in un miracolo, speriamo che chi l’ha votata alla Camera la rivoti al Senato, in modo che possa essere approvata de plano in terza lettura alla Camera prima della fine della legislatura”, è l’appello di Cirinnà.

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