COVID NEWSCRONACA E ATTUALITÀITALIA

Covid, risalgono i contagi: come difendersi dal virus a scuola

La scuola è appena ripartita, lasciandosi alle spalle praticamente tutte le norme anti-Covid con cui studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo avevano imparato a familiarizzare nel precedente biennio. Ma, di fronte alla prospettiva – complice l’arrivo dell’autunno – di dover fare nuovamente i conti con l’ennesima risalita della curva dei contagi, già ci si interroga su come mettere in sicurezza le nostre classi. In realtà, come segnala il sito Skuola.net, anche in assenza di mascherine e distanziamento, un sistema valido per tutti ci sarebbe: garantire una buona aerazione delle aule. Gli esperti lo avevano detto già in estate che una buona qualità dell’aria sarebbe stata la vera arma contro il virus, riducendo la probabilità di contagio a meno dell’1%. Peccato che il Protocollo operativo preparato in vista del back to school abbia scelto una strada diversa, indicando il semplice “tenere le finestre aperte” come la via maestra.

Covid, risalgono i contagi: come difendersi dal virus a scuola© Ansa

Aerazione degli ambienti, un’arma efficace contro il virus: lo dicono gli esperti

Eppure è proprio quello il passaggio più delicato. “Medici ed esperti – ha recentemente spiegato il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), Alessandro Miani – sono concordi nel riconoscere la “via di trasmissione aerea” (airborne) del Covid-19 in tutte le sue varianti. Una “scoperta” tutta italiana, fatta da ricercatori di varie Università aderenti alla nostra Società del marzo 2020, agli albori della pandemia, grazie alla prova indiziaria (come fu definita dai detrattori) ma al contempo molto indicativa del ritrovamento del genoma del coronavirus sul particolato atmosferico di Bergamo”. Un accorgimento per ora sottovalutato.

Come areare correttamente gli ambienti scolastici? Pochi i presidi informati da ASL e Ministero

La decisione, da parte del Governo, di non spingere sulla dotazione di sistemi di aerazione probabilmente è stata dettata dai limiti strutturali ed economici che molte scuole avrebbero dovendosi attrezzare come questi strumenti. Ma, come sottolinea la stessa SIMA, “sono varie le tipologie di interventi realizzabili negli istituti e le tecnologie più idonee per ogni tipo di esigenza”. E non tutte prevedono costi clamorosi. Almeno su questo, secondo gli esperti della Società, si poteva fare di più: “I presidi sono stati abbandonati a sé stessi, senza una guida per orientarsi, con lo Stato che demanda tutte le decisioni alle singole scuole in nome dell’autonomia scolastica”.

Secondo un’indagine, condotta dai medici ambientali interpellando oltre 300 dirigenti scolastici, infatti, nel 46% dei casi agli istituti (e alle famiglie) non è stata recapitata nessuna informazione, dal Ministero o dalle ASL, sulla trasmissione prevalente del virus per aerosol e su dispositivi o sugli impianti per areare correttamente gli ambienti scolastici. Solo nel 14,8% dei casi le informazioni hanno riguardato entrambe le tematiche.

Aria pulita: si parte da un rilevatore di anidride carbonica in ogni aula

Allora ci ha pensato il gruppo di lavoro della SIMA a riassumere tutte le tipologie a disposizione delle scuole per mettere le classi il più possibile in sicurezza. Il primo, semplice, accorgimento prevede il monitoraggio continuo della CO2 nelle aule con dispositivi smart a semaforo, scientificamente validati (tecnologie NDIR e PAS): secondo gli esperti già questo è un affidabile indicatore indiretto del rischio di diffusione infettiva, specie in caso di alunni o docenti contagiati. Su questo, in Italia abbiamo un esperimento di successo – per ora l’unico a livello sistemico – portato avanti, dall’inizio del 2021, dalla Regione Marche. Infatti, più persone respirano in un ambiente chiuso senza ricambio d’aria, più aumenta il livello di anidride carbonica presente e quindi anche di particelle di virus, ancor di più in caso di soggetti positivi. Quindi tenere sotto controllo questo parametro permetterebbe se non altro di capire quando è necessario aprire le finestre e di farlo solo per il tempo opportuno.

Gli strumenti più efficaci per ridurre la presenza del virus nelle classi

Dopodiché, per chi volesse cautelarsi in modo quasi definitivo, ci sono i veri e propri sistemi di ventilazione meccanizzata (VMC) dell’aria, abbinabili sia al monitoraggio della CO2, sia ai dispositivi di sanificazione al triossido di tungsteno, che sono in grado di diluire i contaminanti biologici dell’aria (virus e batteri in primis) grazie all’immissione di aria nuova pre-filtrata dall’esterno, togliendo contemporaneamente l’aria viziata presente all’interno dell’ambiente chiuso.

Ma questi sono i due estremi dello scenario, i più noti. Nel mezzo, ci sono perlomeno altri due sistemi ugualmente affidabili ma quasi mai citati. Il primo sono i purificatori d’aria con filtri HEPA ad alte prestazioni o con filtri DFS (purificazione disinfettante) per la rimozione di nanoparticelle, la cosiddetta filtrazione nanometrica di particelle fino a venti volte più piccole del coronavirus (già utilizzati, ad esempio, in tutti i principali distretti scolastici degli Stati Uniti). Il secondo, prevede l’applicazione su pareti, soffitti e arredi dei cosiddetti “coating fotocatalitici” al biossido di titanio, a base di etanolo, che agiscono sul virus eliminandolo per contatto con l’aria potenzialmente infetta; peraltro una soluzione particolarmente consigliata oggi, non incidendo sui consumi energetici.