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Cortina, la nuova pista da bob per le Olimpiadi 2026 non si farà: le dichiarazioni del presidente del Coni Giovanni Malagò.

E per le gare bob, slittino e skeleton bisognerà trovare una soluzione all’estero. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala: “Decisione giusta”. Zanatta (Tecnica): “Uno smacco per tutta Italia”. Zaia: “Non sono nella stanza dei bottoni”

Il Presidente del CONI Giovanni Malago’ al convegno “Sport Work, sport, lavoro, presente, futuro” presso la Sala Orlando della Confcommercio Roma, 16 febbraio 2023. ANSA/FABIO CIMAGLIA (NPK)

Alla fine la decisione è stata presa e a comunicarlo è proprioil presidente del Coni, Giovanni Malagò: la nuova pista da bob di Cortina D’Ampezzo non verrà costruita. E non è tutto, per le gare bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, si dovrà cercare una soluzione all’estero.Malagò lo ha rivelato durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai. Il presidente del Coni ha reso noto di aver avuto in questo senso la comunicazione dal Governo che non c’era più l’intenzione di andare avanti con il progetto per la nuova pista. Sulla comunicazione c’è stata la condivisione da parte del Cio. Confindustria Veneto: «Una sconfitta»«Le dichiarazioni di Malagò rilasciate oggi in occasione della 141/a sessione del Cio che si sta svolgendo a Mumbai in India, pesano come pietre. Veniamo infatti a sapere, a cose fatte, che il Governo ha ufficialmente annunciato la volontà di rinunciare alla realizzazione della pista di bob, slittino, skeleton e para-bob a Cortina per spostare le gare in una sede già esistente e funzionante fuori dall’Italia. Questa è una sconfitta per tutto il sistema Paese». Lo afferma in una nota il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro. «Non ci meritiamo – prosegue Carraro – di essere visti come quelli che “non sono in grado di raggiungere l’obiettivo” nel contesto internazionale. Non se lo merita il Veneto e non se lo merita l’Italia. Sono dispiaciuto che nemmeno “l’operoso” Nordest abbia compreso come la sfida su questo progetto andava oltre la semplice sfida sportiva. Non è un problema solo di Giochi Olimpici ma di credibilità del nostro sistema imprenditoriale, industriale e valoriale. Vincerla sarebbe stata la più bella medaglia olimpica e il Veneto poteva farcela, come sottolineato a più riprese anche dal Presidente Luca Zaia».

Carraro sottolinea che «alcuni potrebbero chiedersi cosa c’entri Confindustria in questo contesto, perché prenda posizione. Credo che abbia tutte le ragioni di esprimere la propria opinione quando si parla di una occasione, quale un evento internazionale, che muove circa 1,5 miliardi di euro di pil per il Paese; c’entra perché le infrastrutture e le opere di viabilità delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 andranno a supporto delle attività produttive e produrranno vantaggi alla collettività ed all’economia veneta anche ben dopo gli eventi correlati alle gare; c’entra, perché il tema della reputazione del sistema paese nei contesti internazionali ci sta particolarmente a cuore», conclude.Il governatore Zaia: “Non sono nella stanza dei bottoni”Luca Zaia commenta con una punta di amarezza la notizia: «Non sono nella stanza dei bottoni, è un’opera finanziata dal governo. Noi non abbiamo mai finanziato nulla. Cercheremo di capire il perchè di questa decisione e se sarà confermata. Malagò mi ha detto che c’erano tempi troppo ristretti non si poteva far altro. Certo chiederemo una redistribuzione delle gare a questo punto…».Il Pd: «Il ministro venga in parlamento»«Il Ministro Abodi venga in Parlamento a riferire in merito e a fare il punto dettagliato su tutto il cronoprogramma delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026». Lo afferma il senatore e segretario regionale del Partito democratico del Veneto, Andrea Martella. «Questa mattina – sottolinea Martella in una nota – abbiamo appreso dalle parole del Presidente del Coni, Giovanni Malagò, pronunciate in India, che la pista da bob per le Olimpiadi invernali di Milano- Cortina non si realizzerà più e che per le gare di specialità si andrà all’estero. Tutto ciò lo si era compreso da tempo e il Governo ha colpevolmente sottovalutato la complessità della situazione. Le difficoltà relative alla pista da bob, infatti, erano assolutamente note ed è molto grave che il Governo abbia informato il Coni solo due giorni fa e, soprattutto, che non lo abbia ancora fatto pubblicamente e nelle sedi istituzionali opportune», conclude. Rachele Scarpa, deputata PD eletta nella circoscrizione che comprende Belluno e Cortina e membra della Commissione Ambiente della Camera dichiara: «Lo stop annunciato dal Presidente del CONI Malagò è uno di quei casi in cui si può ben dire “meglio tardi che mai”. Sono mesi che i cittadini del territorio, e il Partito Democratico con loro, denunciavano l’enorme spreco di risorse che la ricostruzione della pista da BOB a Cortina avrebbe comportato, oltre alla distruzione di ettari di bosco per un impianto il cui futuro sarebbe stato sempre incerto. Il governo ha fatto un bagno di realtà, quello che avrebbe dovuto fare già il governatore Zaia mentre continuava ostinatamente a insistere sul progetto.

Lunedì 16 Ottobre 2023 Ultimo aggiornamento 15:26CORTINA (BELLUNO) – Alla fine la decisione è stata presa e a comunicarlo è proprioil presidente del Coni, Giovanni Malagò: la nuova pista da bob di Cortina D’Ampezzo non verrà costruita. E non è tutto, per le gare bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, si dovrà cercare una soluzione all’estero.Malagò lo ha rivelato durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai. Il presidente del Coni ha reso noto di aver avuto in questo senso la comunicazione dal Governo che non c’era più l’intenzione di andare avanti con il progetto per la nuova pista. Sulla comunicazione c’è stata la condivisione da parte del Cio. Confindustria Veneto: «Una sconfitta»«Le dichiarazioni di Malagò rilasciate oggi in occasione della 141/a sessione del Cio che si sta svolgendo a Mumbai in India, pesano come pietre. Veniamo infatti a sapere, a cose fatte, che il Governo ha ufficialmente annunciato la volontà di rinunciare alla realizzazione della pista di bob, slittino, skeleton e para-bob a Cortina per spostare le gare in una sede già esistente e funzionante fuori dall’Italia. Questa è una sconfitta per tutto il sistema Paese». Lo afferma in una nota il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro. «Non ci meritiamo – prosegue Carraro – di essere visti come quelli che “non sono in grado di raggiungere l’obiettivo” nel contesto internazionale. Non se lo merita il Veneto e non se lo merita l’Italia. Sono dispiaciuto che nemmeno “l’operoso” Nordest abbia compreso come la sfida su questo progetto andava oltre la semplice sfida sportiva. Non è un problema solo di Giochi Olimpici ma di credibilità del nostro sistema imprenditoriale, industriale e valoriale. Vincerla sarebbe stata la più bella medaglia olimpica e il Veneto poteva farcela, come sottolineato a più riprese anche dal Presidente Luca Zaia».Carraro sottolinea che «alcuni potrebbero chiedersi cosa c’entri Confindustria in questo contesto, perché prenda posizione. Credo che abbia tutte le ragioni di esprimere la propria opinione quando si parla di una occasione, quale un evento internazionale, che muove circa 1,5 miliardi di euro di pil per il Paese; c’entra perché le infrastrutture e le opere di viabilità delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 andranno a supporto delle attività produttive e produrranno vantaggi alla collettività ed all’economia veneta anche ben dopo gli eventi correlati alle gare; c’entra, perché il tema della reputazione del sistema paese nei contesti internazionali ci sta particolarmente a cuore», conclude.Il governatore Zaia: “Non sono nella stanza dei bottoni”Luca Zaia commenta con una punta di amarezza la notizia: «Non sono nella stanza dei bottoni, è un’opera finanziata dal governo. Noi non abbiamo mai finanziato nulla. Cercheremo di capire il perchè di questa decisione e se sarà confermata. Malagò mi ha detto che c’erano tempi troppo ristretti non si poteva far altro. Certo chiederemo una redistribuzione delle gare a questo punto…».Il Pd: «Il ministro venga in parlamento»«Il Ministro Abodi venga in Parlamento a riferire in merito e a fare il punto dettagliato su tutto il cronoprogramma delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026». Lo afferma il senatore e segretario regionale del Partito democratico del Veneto, Andrea Martella. «Questa mattina – sottolinea Martella in una nota – abbiamo appreso dalle parole del Presidente del Coni, Giovanni Malagò, pronunciate in India, che la pista da bob per le Olimpiadi invernali di Milano- Cortina non si realizzerà più e che per le gare di specialità si andrà all’estero. Tutto ciò lo si era compreso da tempo e il Governo ha colpevolmente sottovalutato la complessità della situazione. Le difficoltà relative alla pista da bob, infatti, erano assolutamente note ed è molto grave che il Governo abbia informato il Coni solo due giorni fa e, soprattutto, che non lo abbia ancora fatto pubblicamente e nelle sedi istituzionali opportune», conclude. Rachele Scarpa, deputata PD eletta nella circoscrizione che comprende Belluno e Cortina e membra della Commissione Ambiente della Camera dichiara: «Lo stop annunciato dal Presidente del CONI Malagò è uno di quei casi in cui si può ben dire “meglio tardi che mai”. Sono mesi che i cittadini del territorio, e il Partito Democratico con loro, denunciavano l’enorme spreco di risorse che la ricostruzione della pista da BOB a Cortina avrebbe comportato, oltre alla distruzione di ettari di bosco per un impianto il cui futuro sarebbe stato sempre incerto. Il governo ha fatto un bagno di realtà, quello che avrebbe dovuto fare già il governatore Zaia mentre continuava ostinatamente a insistere sul progetto.Avevamo già sottolineato positivamente le aperture giunte da Innsbruck, a questo punto devono essere prese in serissima considerazione».Il rammarico del sindaco di Torino«Sono davvero rammaricato per una scelta che è profondamente sbagliata e porterà, di fatto, le Olimpiadi italiane all’estero». Così il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, a proposito della decisione sulla pista di bob che sarà all’estero per le Olimpiadi Milano- Cortina 2026. «Con la Regione – ricorda – avevamo sin da subito messo a disposizione gli impianti della città di Torino e della città metropolitana, un territorio dove già in passato avevamo dimostrato di sapere organizzare e gestire i Giochi olimpici invernali. Mi dispiace che il governo abbia scartato questa opzione – aggiunge – preferendo investire all’estero somme dei contribuenti italiani, invece che usarle per riqualificare i nostri impianti italiani». Lo Russo sottolinea poi che «se si fosse partiti per tempo e se si fosse colta la disponibilità che avevamo fornito fin da subito, tutto questo si sarebbe potuto evitare. Oltretutto – conclude – con questa decisione sfuma un’occasione unica di ripensare anche al futuro della pista di Cesana». Impianto che Torino e il Piemonte avevano messo a disposizione dei Giochi. La Regione PiemonteLa decisione di scegliere l’estero come location per il bob olimpico è, a mio avviso, insensata e deleteria per l’intero evento». Ad affermarlo l’assessore allo Sport della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca. «L’opzione di un bob svolto in Piemonte è l’unica che garantirebbe l’integrità di Giochi olimpici interamente italiani – sottolinea -. Noi ci siamo sempre stati e continuiamo a esserci perché siamo coscienti di essere il territorio più preparato in Italia per gli sport invernali».Il sindaco di Milano: «Decisione giusta»«Credo che, con rispetto di Cortina e del mio collega sindaco, sia una decisione giusta trovare un’altra alternativa alla pista di bob. Se fosse Sankt Moritz a noi andrebbe molto bene come sistema perché farebbe risparmiare». Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico della Statale. «Io capisco perché obiettivamente non è contemporaneo spendere così tanti soldi per un’opera che poi non viene utilizzata – ha aggiunto -. E credo che si possa avere un Villaggio olimpico unico a Livigno, quindi quello significa molto risparmio».Zanatta (Tecnica): «Uno smacco»«È una perdita per tutta l’Italia. Un peccato e uno smacco». Così Alberto Zanatta, presidente del gruppo delle attrezzature per gli sport invernali Tecnica di Giavera del Montello ( Treviso), commenta la notizia dello stop alla pista da bob a Cortina d’Ampezzo. «Non so individuare quale sia stato il punto di fragilità del percorso – ha aggiunto Zanatta, che è anche vicepresidente di Confindustria Veneto Est – ma la mia sensazione è che si sia trattato di una serie di problemi tecnici sottovalutati. Non credo che i comitati contrari all’opera avrebbero, in caso contrario, espresso una resistenza sufficiente a fermare l’opera». Zanatta ritiene comunque che il progetto abortito non avrà ricadute sul piano economico relativamente al business degli articoli per la neve o a quello del turismo: «È ovvio che in mancanza di investimenti – sottolinea – non ci sarà alcuna crescita di praticanti di discipline sportive già di per sé minoritarie. Ma al di là di tutto non posso non far osservare che, dalle precedenti olimpiadi del 1956, Cortina è stata oggetto solo di sottrazioni di infrastrutture per gli sport invernali, ed è chiaro che le ricadute di quest’ultima decisione – conclude – saranno sostanzialmente sotto il profilo dell’immagine non per Cortina ma per l’intero Paese».

Roda (Fisi): «Lo spostamento all’estero lascia sgomenti»«La notizia dello spostamento all’estero delle gare di Milano-Cortina 2026 relative alle specialità in questione ci lascia sgomenti. La Federazione Italiana Sport Invernali ha provato in tutti i modi a far capire l’importanza di queste discipline. Ci mancherà un pezzo di storia, la pista di Cortina avrebbe rappresentato l’occasione ideale per rilanciare movimenti che hanno regalato gloria e popolarità allo sport italiano, verranno meno le basi per costruire gli atleti del futuro». È il commento amaro del presidente della Fisi, Flavio Roda, all’annuncio che non si farà la pista da bob a Cortina per i Giochi del 2026. «E anche la giustificazione dei costi elevati non è sufficiente a spiegare una decisione di tale portata – aggiunge Roda -. In Italia purtroppo non esiste una pista artificiale dove si possano allenare le squadre, ogni anno i nostri atleti sono costretti ad andare all’estero, con relativi aumenti di costi e la logica conseguenza di avere meno possibilità di girare sui tracciati rispetto alle altre nazioni. Credo si tratti dell’atto conclusivo, destinato ad affossare il nostro movimento sul ghiaccio».