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Addio a Pelé, il mondo piange il Re del calcio

Era ricoverato all’ospedale ‘Albert Einstein’ di San Paolo dal 29 novembre. L’alfiere del “bel gioco” era stato curato per un cancro al colon dal 2021. 

A dare la notizia della morte, sul suo profilo Instagram, la figlia Kely  Nascimento: “Tutto ciò che siamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace”.

Pochi istanti dopo la morte di Pelé, l’ospedale israelita Albert Einstein di Rio de Janeiro, dove era ricoverato, ha diramato un sintetico bollettino medico in cui conferma “con rammarico la morte oggi di Edson Arantes do Nascimento, Pelé”.  

Il decesso, si precisa, è avvenuto “per il cedimento di più organi, conseguente alla progressione del cancro al colon associato alla sua condizione medica precedente”.   

“L’ospedale Israelita Albert Einstein – si dice infine – si unisce al dolore della famiglia e di tutti coloro che soffrono per la perdita del nostro caro Re del Calcio”

L’atleta del secolo, Pelé, o Rei

“Se il calcio non fosse stato chiamato così, avrebbe dovuto essere chiamato Pelé”, disse un giorno lo scrittore Jorge Amado, interpretando il pensiero di 210 milioni di brasiliani, e non solo. 

Ispirandosi a lui, generazioni di bambini, ragazzi e promesse del calcio, hanno sognato su prati di periferia, cortili e campetti brulli. È stato “atleta del secolo”, “calciatore del secolo” (ex aequo con Maradona), ma soprattutto “Pelé, o Rei”, il Re, ricevuto da 70 premier, 40 capi di Stato e tre Papi. Il Re diventato leggenda, la leggenda del calcio. L’ ”extraterrestre fattosi terrestre”, ha detto di lui l’allenatore del Brasile Tite durante i Mondiali in Qatar.

Nato in un piccolo centro nello stato del Minas Gerais, in Brasile, il 23 ottobre 1940, Edson Arantes Do Nascimiento ha legato la sua carriera da calciatore al Santos, squadra con cui ha esordito a soli 15 anni. In 19 stagioni con la maglia del Santos, O Rei ha vinto 10 titoli paulisti, 6 campionati brasiliani, 2 Coppe Libertadores e 2 Coppe Intercontinentali.

Era il 19 novembre 1969 quando segnò il 1.000º gol in carriera. La rete, chiamata familiarmente O Milésimo (Il Millesimo), fu realizzata contro il Vasco da Gama, su calcio di rigore allo Stadio Maracanã.

Pelé si rivelò al Mondo in occasione dei Mondiali del 1958 in Svezia. In semifinale contro la Francia segnò una tripletta nel 5-2 finale. Grazie a queste reti diventò il più giovane a realizzare tre gol ai Mondiali (17 anni e 244 giorni). 

Il 29 giugno 1958 Pelé divenne a 17 anni e 249 giorni il più giovane calciatore a giocare e vincere una finale di Coppa del Mondo. La Seleção sconfisse la Svezia per 5-2 anche grazie a due reti di O Rey. 

Nel 1962, Pelé si laureò per la seconda volta di fila campione del Mondo con il Brasile anche se giocò solo due partite prima di farsi male. Nel 1970 trascinò la Seleçao alla vittoria del suo terzo Campionato del Mondo battendo l’Italia per 4-1 nella finale di Città del Messico.

Il gol di testa dell’1-0 è considerato uno dei più belli della storia, il suo marcatore Burgnich dichiarò: “Prima della partita mi ripetevo che era di carne ed ossa come chiunque, ma sbagliavo”. 

Con 92 partite e 77 reti all’attivo Pelé è il miglior cannoniere nella storia della Seleçao.

Pelé è stato un giocatore totale, fisicamente e atleticamente moderno rispetto ai tempi. Il tutto unito a una tecnica praticamente perfetta: è stato il faro di quella che viene ancora oggi ritenuta la squadra più forte di sempre, il Brasile campione del Mondo nel 1970.

Vita e carriera della leggenda del calcio

Non chiamatemi Pelé

Il soprannome Pelé, da lui non particolarmente amato, gli fu affibbiato a scuola perché storpiava il nome del portiere Bile. O forse deriva dai campetti brulli su cui iniziò a giocare, un campo senza erba, un campo “pelado”. Il suo vero nome è Edson ispirato all’inventore americano Thomas Edison. In Brasile è chiamato anche la Perla Nera e il Re del calcio, O’ Rey.

L’esordio

Nella sua carriera ultraventennale, Pelé ha giocato in sole due squadre (Santos e Cosmos di New York) oltre che nella Nazionale del Brasile. Ha debuttato a 15 anni nel Santos segnando alla sua prima partita disputata contro i Corinthians nel 1956. 

In Nazionale 

Pelé ha segnato il suo primo gol con la nazionale brasiliana nel 1957 a 16 anni. È stato anche il più giovane giocatore in campo in una finale dei Mondiali fino al 1982, anno in cui il record fu battuto dal nordirlandese Norman Whiteside che ancora lo detiene.

Colpo di testa… 

Tra i record che Pelé non riuscì mai a battere c’è quello realizzato da suo padre, centravanti, ossia segnare cinque volte di testa in una sola partita. Ma un solo colpo di testa fu sufficiente per dare un dispiacere all’Italia: con lo stacco imperioso con cui colpì la palla superando Albertosi il Brasile passò in vantaggio nella finale di Messico 70. 

… e calcio di rigore 

Pelé non amava i calci di rigore, li considerava un modo “vile” per segnare.

L’ultima partita 

Il primo ottobre 1977, Pelé disputa la sua ultima partita, un’amichevole tra le due squadre della sua carriera. In uno stadio esaurito da settimane (il Giants Stadium), gioca il primo tempo con i Cosmos e il secondo con il Santos. Vince la squadra statunitense con gol di Reynaldo, per l’1-0 del Santos, mentre Pelé segna su punizione nella prima metà della gara e Mifflin, che all’intervallo aveva preso il posto dello stesso Pelé nelle file dei Cosmos, per il 2-1 finale.  

How Do You Spell Pelé? G-O-D!

È il 1958, il Brasile incontra la Svezia a Stoccolma vincendo per 5 a 2. Pelé segna due volte e diventa il calciatore più giovane ad aver vinto una Coppa del Mondo. Il Brasile, dopo il primo titolo mondiale, lo proclama “patrimonio nazionale”. Non gioca per infortunio la seconda finale vinta dal Brasile, quella del 1962. È invece protagonista di quella del 1970: Brasile – Italia 4-1. Pelé segna la prima rete. Il giorno dopo la partita, il Sunday Times titola così la prima pagina del giornale: “How Do You Spell Pelé? G-O-D!”.  

I numeri di Pelé 

Ha vinto tre edizioni dell’allora Coppa Rimet con la Nazionale brasiliana nel 1958, 1962 e 1970. In carriera ha segnato 1.283 gol in 1.363 partite, 77 reti in 92 partite con la Nazionale, 12 ai Mondiali. Ha vinto due coppe Intercontinentali (nel 1962 e nel 1963), 2 coppe Libertadores (nel 1962 e nel 1963), dieci campionati dello stato di San Paolo. È stato nominato Atleta del secolo nel 1999 dal Cio e Calciatore del secolo nel 2000 dalla Fifa.  

1000 splendidi gol 

Il 19 novembre 1969 Pelé ha raggiunto uno dei suoi obiettivi, segnare 1000 gol. Da allora a Santos il 19 novembre è considerato il Pelé Day. 

L’avventura americana 

Pelé ha giocato nei New York Cosmos, squadra della North American Soccer League (NASL), a fine carriera dal 1975 al 1977, anno in cui ha vinto il campionato nordamericano di calcio. Si dice che per convincerlo a firmare per questa squadra il manager gli disse: “Se vai in Italia o in Spagna, al massimo vincerai il campionato, qui conquisterai un paese intero”. La fama di Pelé era tale che alla fine di ogni partita tutti i giocatori della squadra avversaria volevano scambiare la maglia con la sua. Il club fu costretto a metterne a disposizione una trentina a match. 

La rovesciata di Pelé 

Nel 1981, insieme ad altri celebri calciatori, a Michael Caine e Sylvester Stallone, Pelé recita nel film Fuga per la vittoria, di John Houston e si esibisce in una spettacolare rovesciata. 

Si dice che…

Lo Scià di Persia lo aspettò tre ore in un aeroporto solo per potersi fare una foto con lui. Le guardie alle frontiera cinese si attirarono le ire del regime quando abbandonarono i loro posti per spostarsi a Hong Kong: e questo solo perchè avevano saputo che la Perla Nera si trovava quel giorno nella città-colonia. 

Ai tempi della guerra con il Biafra, in Nigeria venne dichiarata addirittura una tregua di 48 ore affinchè tutti, da entrambi gli schieramenti, potessero vederlo giocare. In Colombia, quando Pelè venne espulso durante una partita, la folla invase il campo costringendo l’arbitro alla fuga, salvo tornare disciplinatamente sugli spalti quando il grande calciatore brasiliano fece ritorno in campo.

Il migliore

Maradona o Pelé, chi era il migliore? Nell’antica diatriba tra Argentina e Brasile non poteva mancare la “sfida tra i due grandi campioni”. 

“Maradona mi diceva sempre ‘dicono che io sono migliore di te’, ma io gli dicevo ‘tu segni solo di sinistro, io segno di testa, di destro, di sinistro, in tutte le maniere”, disse una volta Pelé che rese omaggio al Pibe de Oro scomparso con un messaggio da brividi pubblicato sui suoi profili social: “Un giorno, spero che potremo giocare a palla insieme nel cielo”.