Olive italiane: tutto quello che c’è da sapere sull’olio EVO

In Italia si contano più di cinquecento varietà di olive, alcune molto note, come Frantoio, Leccino, Taggiasca…, altre meno e dai nomi spesso curiosi. Ecco una guida per scoprire quelle più diffuse e le loro caratteristiche
Dopo avervi dato alcune dritte per riconoscere e conservare un olio extravergine di qualità e fornito un glossario con i termini più utilizzati per descrivere l’olio e il suo mondo, ora è il momento di scoprire quali siano le varietà di olive (cultivar) più diffuse in Italia, che tra autoctone e alloctone sono più di cinquecento. Qui ovviamente non abbiamo la pretesa di passarle tutte in rassegna, avendo piuttosto come obiettivo quello di farvi conoscere e descrivere le caratteristiche delle cultivar principali, dalle quali si ottengono – da sole o in blend (proprio come accade con i vini) – gli oli extravergine che acquistiamo e utilizziamo. Alcune varietà, come leggerete, sono diffuse da nord a sud, la coltivazione di altre, invece, è concentrata in alcune regioni.
Cultivar diffuse in tutta Italia e nel mondo
Frantoio
Originaria della Toscana, è indubbiamente una delle cultivar a più ampia diffusione, tanto da essere presente in quasi tutta la penisola e in quasi tutte le zone olivicole del mondo.
Caratteristiche organolettiche: fruttato medio con netti sentori di carciofo, mandorla e una nota balsamica che ricorda il cipresso. Il sapore è vegetale fine, con note di piccante e soprattutto amaro, e con toni rucola e mandorla fresca in chiusura.
Leccino
Nasce in Toscana, ma si è diffusa praticamente in tutte le zone olivicole del mondo: sta sensibilmente aumentando per la sua buona adattabilità e per la sua doppia attitudine come oliva da olio e da tavola.
Caratteristiche organolettiche: fruttato da leggero a intenso di olive fresche, con sentori di erba e note di erbe officinali. Il sapore è lievemente amaro e piccante, con toni vegetali di lattuga, carciofo e mandorla dolce in chiusura.