Gli antichi Greci avevano già inventato il computer

Immaginate questa scena: anno 1901, Mar Egeo. Un gruppo di pescatori di spugne si imbatte nel relitto di una nave romana, affondata duemila anni prima. Tra anfore e statue, trovano uno strano blocco di bronzo corroso, pieno di quelli che sembrano ingranaggi.Per decenni, l’oggetto rimane un mistero. Solo con tecnologie moderne gli scienziati riescono a guardarci dentro, e ciò che scoprono ha dell’incredibile. Non è un orologio, né un semplice meccanismo. È un calcolatore astronomico di una complessità sbalorditiva, capace di prevedere le eclissi, le fasi lunari e persino le date dei Giochi Olimpici.Un computer analogico, costruito dagli antichi Greci oltre 2100 anni fa. Ma il dettaglio più sconvolgente non è cosa facesse, o con quale precisione.Il fatto che lascia a bocca aperta è che, dopo la sua scomparsa nel naufragio, l’umanità ha impiegato 1500 anni per reinventare una tecnologia di pari livello. Un vuoto tecnologico di quindici secoli. Questo ritrovamento, noto come Meccanismo di Anticitera, ci pone una domanda enorme: cosa sarebbe successo se questa conoscenza non fosse andata perduta?